Il West Ham ha annunciato di aver chiuso l’esercizio al 31 maggio 2014 con profitti record per 13 milioni di euro, un significativo balzo in avanti rispetto al passivo di 4,5 milioni ottenuto nel bilancio precedente. Una stagione non certo di alto livello, col tredicesimo posto nella scorsa edizione della Premier League, che però non ha minimamente inficiato i risultati economici del club londinese. Come la quasi totalità dei club inglesi, infatti, anche gli Hammers hanno registrato diversi record alla voce ricavi: il fatturato complessivo è salito a quota 146,6 milioni, in aumento del 36,6% rispetto agli 114,7 milioni dell’esercizio precedente.
La voce legata ai ricavi televisivi è come prevedibile quella che ha ottenuto il maggiore aumento: dai 66,2 milioni del 2013 si è passati ai 96,3 milioni del 2014, per una voce che ancora una volta rappresenta più della metà del totale dei ricavi del club. I soli introiti televisivi rappresentano il 65,7% del fatturato totale del West Ham. Praticamente invariati i ricavi da attività commerciali (17,5 milioni di euro, -0,3 milioni rispetto al 2013) e merchandising (8 milioni, +0,4 milioni), mentre sono in leggero aumento i cosiddetti “matchday revenues”, passati da 22,9 a 24,9 milioni.
Le spese del club scendono leggermente a quota 108 milioni, mentre i costi e gli emolumenti riguardanti lo staff salgono a 81,6 milioni rispetto ai 72,2 dell’esercizio chiuso nel 2013. Nonostante un aumento dei costi salariali da 63,2 a 71,6 milioni, il rapporto tra stipendi e fatturato è sceso dal 62,6% al 55,6%, punto più basso mai raggiunto dal West Ham negli ultimi quindici anni. In aumento anche gli ammortamenti, da 17,6 a 22,9 milioni, così come i restanti costi (previdenziali, di gestione e amministrativi) che ammontano a circa 9,7 milioni.