Il Catania ha chiuso l’esercizio 2014 con una perdita del tutto minima (9.553 euro), che però interrompe un trend positivo lungo otto anni. Dopo aver chiuso col segno positivo gli ultimi sette bilanci, ovvero tutti quelli dell’era Pulvirenti con la squadra in Serie A, i rossoazzurri salutano la massima serie chiudendo in sostanziale equilibrio, nonostante il segno meno. Rispetto all’esercizio precedente balza all’occhio l’aumento nelle plusvalenze, che hanno permesso al club etneo di riportare il fatturato a 54,5 milioni di euro, dopo il calo a 50,7 milioni registrato nel giugno 2013. Contestualmente, però, sono aumentati anche i costi per il club, che ha aumentato il monte ingaggi senza però ottenere sul campo i risultati sperati, essendo retrocesso in serie B al termine di una stagione convulsa.
Il totale del valore della produzione si attesta a 54,5 milioni di euro, 3,75 milioni in più rispetto all’esercizio chiuso nel 2013 e sostanzialmente ai livelli del fatturato del 2012, anno da record per il Catania che si è poi riflesso sul campo. L’unica voce legata ai ricavi ad aver segnato un aumento significativo è quella delle plusvalenze: dopo i 3,3 milioni messi a bilancio nel 2013 si passa ai 13,6 milioni dell’ultimo esercizio. Un deciso miglioramento dovuto alle cessioni di Francesco Lodi al Genoa e di Gomez al Metalist Kharkiv. Il passaggio del regista al club ligure ha portato nelle casse del Catania una plusvalenza di 5,4 milioni, mentre la partenza dell’argentino verso l’Ucraina è valsa una plusvalenza di cinque milioni. In aumento, seppur di poco, anche i proventi pubblicitari (2,25 milioni di euro) e per la cessione dei diritti radio-televisivi (30,2 milioni di euro). Segno meno invece per botteghino (3 milioni di euro) e sponsorizzazioni (2,5 milioni di euro).
I costi di produzione sono la nota dolente per il sodalizio etneo, che passa dai 50,3 milioni del 2013 agli attuali 55,7 milioni di euro. I costi per i tesserati aumentano da 8,1 a 8,5 milioni, con un aumento di oltre un milione alla voce “consulenze sportive”, che ammontano a circa 2,6 milioni di euro. In aumento anche i costi per i salari e gli stipendi dei tesserati, che passano da 17,6 a 20 milioni. 2,4 milioni in più che pesano su gran parte dell’aumento complessivo alla voce costi, insieme ai 2,7 milioni di minusvalenze registrate nel 2014 (Lanzafame e Morimoto insieme hanno prodotto una minusvalenza di 2,1 milioni). I costi per il godimento di beni terzi, grazie all’utilizzo del centro sportivo di proprietà, restano ampiamente contenuti e si attestano a 2,4 milioni di euro. Gli ammortamenti, infine, scendono dai 9,2 milioni dell’esercizio precedente a 8,7 milioni.