La Fifa vieta le third-party ownership, ma dalla penisola iberica spirano venti di rivolta. La LFP, ovvero la lega calcistica spagnola, insieme alla Liga Portuguesa de Futebol Professional, ha organizzato un seminario per discutere la possibilità di regolamentare lo strumento delle cosiddette TPO, mediante il quale società calcistiche riescono ad usufruire di fondi d’investimento per l’acquisto di giocatori. Non un caso che siano state proprio le leghe spagnole e portoghesi a muoversi per prime in tal senso, essendo i loro campionati quelli in cui si fa maggiormente uso delle TPO (esempi più importanti l’Atletico Madrid e il Porto), ma non si è trattato delle sole leghe presenti all’incontro. Il seminario ha visto infatti la presenza di rappresentanti di alcuni fondi di investimento, oltre che di squadre olandesi e brasiliane.
Nelio Lucas, Ceo di Doyen Sports, ribatte sull’importanza di dare alle società calcistiche un’alternativa per ottenere maggiore finanziamenti. Il gruppo Doyen ha già reagito in prima linea alla richiesta della Fifa di vietare le third-party ownership e Lucas rincara la dose: “La grande differenza tra le squadre dei diversi campionati europei sta nei proventi televisivi. In Premier League, chi prende di meno, prende circa 137 milioni di euro, quasi quanto il Real Madrid. Questo mette le competizioni in un piano di squilibrio, non c’è giustizia. I giocatori, i tifosi e i club vogliono le TPO, altrimenti vincerebbero sempre le stesse”.
Che le fortune dell’Atletico Madrid negli ultimi anni siano da ricondurre all’utilizzo delle TPO non è un mistero, tant’è che la stessa Doyen ha utilizzato i colchoneros quali esempio di un sistema capace di imporsi contro le potenze economiche europee. Miguel Angel Gil Marin, consigliere delegato del club madrileno, non può dunque non mostrarsi favorevole all’utilizzo di tale strumento: “Le TPO devono essere regolate, non proibite. Nel nostro caso, i fondi ci sono stati utili per rendere la squadra competitiva e abbiamo aumentato i ricavi. Se siamo qui è grazie all’appoggio dei fondi d’investimento”. Nessun pericolo, però, se la normativa della Fifa dovesse essere confermata: “Se le TPO dovessero essere proibite, ognuno troverà la propria alternativa”.
L’endorsement più importante, proprio perché non viene da un rappresentante di una società, bensì dal presidente della LFP, è quello di Javier Tebas, che ha voluto sottolineare il rischio di un’egemonia da parte della Premier League: “Se il calcio professionistico non reagisce, la Premier League diventerà come la NBA e gli altri campionati non varranno nulla a livello internazionale”. Un rischio che si ricollega alle parole di Nelio Lucas sugli accordi da record siglati dalle squadre della Premier per la cessione dei diritti televisivi. Dello stesso avviso Joao Martins, direttore della Liga Portugal: “Dobbiamo trovare rapidamente delle soluzioni per regolare questo sistema di finanziamento. Dobbiamo difendere le nostre idee, le TPO hanno aiutato i club portoghesi a conseguire quattro finali internazionali”.