Angelo Anedda e Alberto Guiotto, curatori fallimentari del Parma, hanno comunicato ai calciatori che risultino beneficiari di incentivi all’esodo e premi – pur non avendo mai disputato alcuna gara ufficiale col club ducale – l’intenzione di non riconoscere tali crediti, in quanto considerati non dovuti. Si tratta di una cifra che si aggira intorno ai 7/8 milioni di euro, che non verrà riscossa da un’ottantina di giocatori di proprietà del Parma, ma girati in prestito senza aver mai messo piede in campo con la maglia crociata. I curatori hanno inoltre chiesto la restituzione dei principali pagamenti già effettuati nel semestre anteriore alla dichiarazione di fallimento.
Gli esodati. Sono ottantasei i tesserati del Parma ad avere già ricevuto l’incentivo all’esodo prima che venisse dichiarato il fallimento della società emiliana. Gran parte di questo elenco è rappresentato da giocatori non più presenti nella rosa allenata attualmente da Roberto Donadoni, con pochi altri rientrati da prestiti precedenti. Nel complesso, il Parma ha speso quasi venti milioni di euro in incentivi all’esodo per i suoi tesserati.
Autoriduzione degli stipendi. All’interno della rosa del Parma, i giocatori hanno rinunciato ad una percentuale che si aggira attorno al 75-80% degli emolumenti arretrati non saldati dalla società. Gli stipendi nel periodo successivo al fallimento, inoltre, sono stati volontariamente ridotti dai tesserati del Parma (solamente tre giocatori si sono opposti alla decisione di ridurre il proprio stipendio, ndr) nei limiti dei proventi dell’esercizio provvisorio. Da parte dei giocatori, dunque, è stato manifestato l’impegno a non pretendere più di quanto effettivamente nelle disponibilità dell’esercizio provvisorio.
Zanetti, nome da escludere. Intanto, dopo la terza asta fallimentare andata deserta, il futuro del Parma resta incerto. Zero offerte presentate finora, con una base di partenza che va abbassandosi ulteriormente in vista della quarta asta, prevista per venerdì 22 maggio. Si partirà da 8,43 milioni di euro, a cui andrà aggiunto il debito sportivo accumulato dal Parma nelle precedenti gestioni. Una cifra che i curatori, con queste mosse, stanno cercando di rendere meno gravosa. Le azioni poste in essere da Anedda e Guiotto hanno infarto l’obiettivo di dare al Parma la possibilità di concludere in maniera positiva la vicenda fallimentare ed iscriversi in Serie B. Nonostante non siano ancora pervenute offerte, si è fatto negli scorsi giorni il nome di Massimo Zanetti come possibile nuovo acquirente. Una soluzione da escludere, però, con la quarta asta praticamente alle porte.