La collaborazione offerta nell’ambito dell’inchiesta “I treni del gol” salva Antonino Pulvirenti dalla richiesta di radiazione. Il procuratore Stefano Palazzi, nel corso del processo al Catania per la combine di sei partite dello scorso campionato di Serie B, ha deciso di non richiedere la pena massima per il presidente del club etneo. Cinque anni di inibizione per il massimo dirigente della società rossazzurra, mentre per la squadra la richiesta è la retrocessione in Lega Pro, campionato da affrontare con una penalizzazione di cinque punti. Adesso si attende solamente la sentenza, attesa entro domani, per conoscere il futuro del Catania e l’eventuale squadra ripescata in Serie B. In tal senso, la Virtus Entella è stata ammessa come parte terza al processo.
Antonino Pulvirenti, così come il dg Pablo Cosentino, ha ricevuto un Daspo di cinque anni, misura attuata anche per gli altri indagati Delli Carri, Di Luzio, Impellizzeri e Milozzi, tuttora agli arresti domiciliari. Il divieto ad assistere alle manifestazioni sportive imposto ai due principali dirigenti del Catania è stato giustificato dal questore Marcello Cardona per evitare che la loro presenza negli stadi “possa rappresentare un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Per Pulvirenti il procuratore Palazzi ha richiesto soltanto un’inibizione per cinque anni, ai sensi dell’articolo 24.2. È stata dunque presa in considerazione la collaborazione offerta dal presidente del Catania nell’ambito delle indagini, evitando così la radiazione. La richiesta di Palazzi per il Catania è invece la retrocessione in Lega Pro per responsabilità diretta. A questa si aggiunge la richiesta di una penalizzazione di cinque punti nella classifica della prossima stagione.