L’evoluzione calcistica del Continente americano potrebbe a breve conoscere un passaggio storico. Il nuovo florido mercato del Nord America potrebbe saldarsi, infatti, con la tradizione e il prestigio delle big sudamericane in un unico torneo per club, l’Americas Champions League, che dovrebbe vedere la luce tra il 2018 e il 2019, raggruppando nella più grande competizione calcistica delle Americhe 64 squadre.
Concorrenza serrata alla Libertadores. Il torneo, promosso da MP & Silva, punta a mettere a disposizione delle squadre partecipanti un tesoretto da oltre 400 milioni di euro (440 milioni di dollari) frutto di diritti televisivi e pubblicitari. Una cifra, ancora lontana dagli introiti Uefa che per Champions ed Europa League viaggiano ormai sui 2 miliardi di euro a stagione, ma che metterebbe in secondo piano il torneo della Concacaf ed anche la Libertadores: il premio ottenuto dal River Plate campione in carica nell’ultima edizione è pari a quella che nell’Americas Champions League sarebbe la sola quota per la partecipazione. Circa cinque milioni di euro per la qualificazione al nuovo torneo, con un premio vittoria da 30 milioni di dollari (27,6 milioni di euro). Un tesoretto che MP & Silva è sicura di poter far crescere nettamente con il passare degli anni.
La composizione: occhio di riguardo verso gli Usa. L’attenzione principale, anche per ovvie questioni di marketing, sarà posta sulle squadre della Mls che tuttavia al momento sono le più restie a sposare il progetto. Mentre club e federazioni sudamericane sono più favorevoli. In ogni caso, la prima edizione del torneo dovrebbe prevederei una massiccia presenza di squadre statunitensi e canadesi, per un totale di sedici franchigie da inserire nella competizioneo. A seguire, il Brasile con quattordici squadre partecipanti e l’Argentina con dieci. Il Messico, altro mercato di fondamentale importanza per ciò che riguarda i diritti televisivi, dovrebbe portare in dote otto squadre. Le restanti sedici squadre verranno suddivise tra gli altri paesi caraibici e del Sud America. In alternativa, il format di partenza potrebbe contemplare un numero di club inferiore anche per sperimentare la praticabilità di un torneo che, a differenza di quello europeo, si delinea certamente di più complessa organizzazione, consideranto le distanze e le differenze climatiche tra i due Tropici. Il calendario insomma potrebbe essere un nemico. Ma la forza economica e il fascino di una competizione panamericana potrebbero alla fine prevalere.