Sulla cessione del Milan è stato raggiunto un compromesso tra l’offerta del consorzio cinese guidato dall’advisor italoamericano Sal Galatioto e le richieste della Fininvest. Si tratta di un passo in avanti importante per quanto non si sia ancora giunti alle firme. Silvio Berlusconi, infatti, dovrà decidere se accettare o meno l’intesa. Qualora il presidente rossonero decidesse di sì si aprirebbe la fase della trattativa in esclusiva con la due diligence finale e con l’obiettivo di chiudere entro l’estate. I tecnici di Fininvest e i consulenti dei potenziali compratori stanno definendo gli ultimi ritocchi al dossier, come quello relativo alla piena visibilità del consorzio asiatico e al deposito delle garanzie finanziarie. Passaggi decisivi perchè le linee guida della cessione prevedono due fasi. Inizialmente i cinesi comprerebbero il pacchetto di maggioranza del club (intorno al 70%) per 500 milioni più l’accollo dei debiti (oltre 200 milioni). In una seconda fase si impegnerebbero a investire circa 300 milioni per rilevare le restanti quote (nel giro di due o tre anni). L’uscita di scena della Famiglia Berlusconi sarebbe graduale e la spesa complessiva per il club sarebbe intorno al miliardo di euro. Valutazione totale non distante, quindi, da quella del consorzio che faceva capo a mister Bee. Su queste basi Silvio Berlusconi dovrà dare il suo assenso ai successivi step, riservandosi la possibilità di ritirarlo qualora dovessero emergere elementi che non lo convincano sulle reali possibilità della cordata di assicurare al Milan un futuro adeguato.
Una spinta potrebbe venire dalla disastrosa situazione economica rossonera che l’assemblea degli azionisti ratificherà oggi. Un altro rosso di 89 milioni nell’anno solare 2015, se possibile peggiore del deficit di 91 milioni del 2014 che includeva una ventina di milioni di oneri straordinari. Fininvest azionista al 99,9% del Milan ha dovuto sborsare lo scorso anno 150 milioni e a marzo 2016 altri 10. Fanno 160 milioni più una linea di credito intercompany da 70 milioni presso Unicredit factoring aperta in cambio della cessione di una quota dei diritti tv delle prossime due stagioni. Lo stesso è stato fatto per gli introiti 2017-23 di Adidas per 40 milioni. L’andamento economico del club (si veda quanto anticipato in questo post) dunque è preoccupante. Unica nota positiva è il calo dell’indebitamento finanziario da 246 a 188 milioni (i debiti complessivi, al netto dei crediti, ammontano a 205 milioni). Ma a questo punto non è affatto scontato che la Uefa accetti il voluntary agreement richiesto un paio di mesi fa per evitare le sanzioni del fair play finanziario in assenza di un vero cambio di rotta gestionale. Come sarebbe appunto l’ingresso di un nuovo azionista di maggioranza.