Ottantuno punti di penalizzazione e 340.200 euro chiesti per 14 club, 137 anni e 9 mesi per 39 tesserati. Chiusi con estrema clemenza i patteggiamenti, Stefano Palazzi ha utilizzato la mano pesante nei confronti dei deferiti del processo sportivo sul calcioscommesse. Nella requisitoria davanti ai giudici della Commissione Disciplinare, il procuratore federale ha avanzato richieste importanti, a cominciare dai ben 27 punti di penalizzazione e 90mila euro di ammenda per l'Albinoleffe e i 19 punti di penalizzazione e 70mila euro di ammenda per il Piacenza.
E ancora: 6 punti di penalizzazione, 50mila euro di ammenda e l'esclusione dalla prossima Tim Cup per il Novara; e poi ancora sei punti di penalizzazione per la Reggina, due per Pescara e Padova e uno per l'Empoli in serie B; 6 punti di penalizzazione e l'esclusione dalla Coppa Italia per il Monza, appena retrocesso n Seconda Divisione; 10 punti per l'Ancona, uno per il Ravenna e per l'Avesa (più 200 euro d'ammenda) tra i dilettanti.
Richieste severe giustificate da un preciso «tariffario» seguito dalla Procura per la responsabilità oggettiva dei club: due punti di penalizzazione per ogni infrazione dell'articolo 7 del Codice di giustizia sportiva commessa dai propri tesserati; un punto per le aggravanti; un punto per gli illeciti commessi dai tesserati su partite non relative al club; un punto per responsabilità presunta. "Tutti gli elementi probatori dimostrano l'attendibilità intrinseca del quadro accusatorio", ha spiegato Palazzi durante la requisitoria.
La disparità di trattamento tra i club che hanno deciso di patteggiare e quelli coinvolti nel dibattimento – vedi i casi Albinoleffe (27 punti richiesti per nove illeciti contestati) e Grosseto (6 punti patteggiati per otto presunti illeciti) – ha però suscitato diversi dubbi in Federcalcio. In singoli casi – si è appreso da ambienti federali – potrebbe scattare il potere di impugnazione dei
provvedimenti in capo al presidente federale.
"Non ho avuto nessun contatto con Abete – ha replicato Palazzi – ma la Federcalcio è composta da galantuomini. Abbiamo solo utilizzato il patteggiamento, istituto giuridico previsto dall'ordinamento sportivo". La Procura ha poi valutato le posizioni dei tre club deferiti per la presunta violazione dell'articolo 9 del Codice di giustizia sportiva da parte dei tesserati: dopo aver chiesto cinque anni di squalifica più preclusione per Mario Cassano, Nicola Santoni, Luigi Sartor e Alessandro Zamperini – membri della presunta associazione insieme a Bertani (posizione stralciata per l'arresto), Carobbio e Doni (rispettivamente 20 e 24 mesi di squalifica patteggiati) – Palazzi ha ipotizzato un'ammenda di 50 mila euro per Siena (coinvolto per Carobbio) e Sampdoria (Bertani), 30 mila euro per lo Spezia (ancora Carobbio), spiegando come non ci sia «un atto di recesso formale da cui si possa dedurre chei soggetti abbiano abbandonato l'associazione, dimostrata dalla reiterazione dei contatti. L'organizzazione è stabile e strutturata».
La Procura ha utilizzato la mano pesante anche nei confronti dei 39 tesserati ancora a giudizio. "L'illecito sportivo – ha spiegato Palazzi durante la requisitoria – si configura in tutti i casi in cui il giocatore non rifiuta subito i soldi offerti per la tentata combine, ma rimanda la decisione ad altro appuntamento: in questo modo il calciatore non scende in campo con lo spirito giusto. E spesso,
purtroppo, sono proprio i giocatori con maggiore esperienza, i capitani delle squadre, a rendersi partecipi delle combine: queste non sono illazioni, i fatti ce lo dimostrano".
Considerazione che verranno vagliate con attenzione dalla Disciplinare, naturalmente dopo aver ascoltato le difese. Già nel pomeriggio gli avvocati hanno preso la parola: il dibattimento riprenderà lunedì alle 15 e dovrebbe concludersi martedì o mercoledì. Poi la camera di consiglio e – non prima del 10 giugno – le sentenze di primo grado. Un dato, però, sembra certo: patteggiare – come ha fatto stamattina in extremis anche Tomas Locatelli (2 anni di squalifica) – è stato conveniente.