Approvato il piano strategico della Figc che introduce novità per il controllo dell’equilibrio economico-finanziario dei club. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha parlato di un “un successo nell’ottica del risanamento del calcio italiano”, e di un “impegno mantenuto. Abbiamo ricevuto richieste di riforme e poi ci si astiene solo perché l’altra componente ha dovuto attenersi alle licenze Uefa, un tema che ci siamo posti. Lo ritengo un ottimo lavoro, questo progetto ci pone in maniera più credibile verso il Governo perché rappresenta un atto di assunzione di responsabilità”.
Se la Serie A e la Lega Pro hanno espresso parere favorevole, in effetti, la Serie B non ha partecipato al voto. “Un’astensione costruttiva”, l’ha definita il presidente della cadetteria, Mauro Balata, sollevando criticità circa la differenziazione delle regole rispetto alla Serie A. Quest’ultima ha in ogni caso rimarcato alcuni distinguo con il presidente Lorenzo Casini.
Intanto i parametri economici deliberati (ma in gran parte già presenti nell’ordinamento contabile-sportivo) gli indicatori di liquidità, indebitamento e del costo del lavoro allargato sono stati confermati come essenziali per potersi iscrivere alla Serie B e C, mentre per la Serie A avranno un valore diverso in linea con la disciplina Uefa, alla quale andranno maggiormente allineati nei contenuti.
I controlli, in ogni caso, saranno più frequenti durante l’anno per garantire una gestione sostenibile dei club con sanzioni (ancora da definire) previste nell’arco della stagione in caso di violazioni.
La Serie A ha dato parere favorevole poiché gran parte dei contenuti del piano strategico fanno parte del documento programmatico proposto dai club del massimo campionato. Tuttavia, la Lega di Serie A non abdica rispetto alla richiesta di maggiore autonomia sul modello Premier League. “Proseguiremo questo percorso e ci aspettiamo l’entusiasmo di tutti nel riceverlo e vederlo perché una Lega più forte avvantaggia tutto il calcio italiano”, ha sottolineato Casini. “Saremmo felici di conoscere i contorni di questa autonomia – ha replicato il presidente della Figc – Certo, il modello Premier tanto decantato non mi sembra che calzi sulle aspettative della Serie A ma probabilmente ci sfugge qualcosa. In consiglio federale ho detto che non c’è contrasto, nessuna contrapposizione”.
Ma per Casini ci sono anche altre questioni da trattare con urgenza, a partire dal peso elettorale della Serie A negli asseti federali troppo scarso rispetto al valore economico del movimento di vertice.