Che la Juventus non appartenesse già da un pezzo al derelitto calcio italiano era sotto gli occhi di molti. L’operazione CR7 lo ha reso plasticamente evidente a tutti.
L’acquisto di Cristiano Ronaldo è un grande affare per i protagonisti diretti. E sarà in parte un affare anche per il resto del football tricolore. Ma non quel prodigio miracoloso che da solo riempirà gli stadi (per lo più fatiscenti) della Penisola e i botteghini degli altri club risolvendo tutti i problemi in cui la Serie A e le Serie minori si dibattono da due decenni. Infiocchettare prodigi di calciomercato come la panacea di tutti i mali in questi anni è stato il peggior danno arrecato al calcio italiano, perché l’alibi mediaticamente più spendibile per classi dirigenti inadeguate, incapaci di trasformare il “giocattolo” in un’azienda internazionale.
Premesso ciò, e dato atto ad Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici di aver messo a segno un colpo da maestro, sfruttando l’immensa opportunità prospettata da Jorge Mendes, va analizzato il quadro economico/finanziario per stimare l’impatto dell’operazione Ronaldo alla Juve su tutti i cosiddetti stakeholders.
I benefici per la Juventus
Il club presieduto da Andrea Agnelli ha ricavi operativi (diritti tv, introiti Champions, stadio e area commerciarle) ormai stabilmente sopra quota 400 milioni. Ha anche però costi operativi di circa 400 milioni a cui vanno aggiunti altri oneri finanziari, come gli ammortamenti dei cartellini, che spingono le uscite bianconere verso i 500 milioni stagionali. Grazie all’amministrazione Marotta-Paratici e alle plusvalenze da calciomercato (150 milioni circa nel 2017) il club ha chiuso in attivo i bilanci del 2016 (4 milioni) e del 2017 (42 milioni). Il bilancio 2018 però si annuncia in perdita per l’aumento dei costi. Con Cristiano Ronaldo, e a bocce ferme, il saldo peggiora sensibilmente. La Juve dovrà sobbarcarsi costi annuali aggiuntivi per circa 90 milioni (60 milioni di ingaggio, imposte incluse, più 25 di ammortamento del cartellino), oltre ai 12 milioni totali di commissioni per Mendes.
Come compensare quest’esborso? La Juve non ha il problema di recuperare tutto e subito. In ottica fair play finanziario ha un tesoretto di 42 milioni (da cui andrà decurtata la perdita del 2018) su cui fare affidamento quando sarà esaminato il bilancio al 30 giugno 2019, il primo su cui si scaricano gli effetti dell’ingaggio di Ronaldo. I bilanci al 30 giugno del 2017, 2018 e 2019 peraltro saranno esaminati solo in vista della stagione 2019/20. Sarebbero esaminati subito invece solo se la Juve presentasse in questa sessione di mercato un saldo negativo tra entrate e uscite di oltre 100 milioni in base alle norme entrate in vigore dal 1° giugno 2018. Situazione che si cercherà di evitare.
Le Juve rivedrà il proprio business plan con CR7 in organico abbassando altri costi e soprattutto spingere sulla leva dei ricavi.
Quanto al primo fronte un esempio vendendo Higuain il club bianconero otterrebbe soldi cash da reinvestire per il cartellino ma “libererebbe” circa 30 milioni tra ingaggio e ammortamenti.
Sul fronte dei ricavi andranno messe in campo azioni per elevare gli introiti il primo anno di 40/50 milioni (considerando i profitti delle stagioni precedenti in prospettiva Ffp) e a regime di 70/80 milioni. Attualmente la Juve, Champions inclusa, ottiene dallo stadio meno di 60 milioni all’anno che andrebbero incrementati di almeno 10 milioni. Ma con Ronaldo l’aumento dei prezzi di cui tanto si discute in questi giorni sarà digerito più facilmente. I diritti tv italiani poi, aumentati di oltre il 15% per il triennio 2018/21, dovrebbero portare nelle casse del club bianconero, nonostante il cambio in senso più egualitario della legge Melandri, circa 7/8 milioni in più.
La Juve poi raggiungendo con puntualità almeno i quarti della Champions (i cui premi nel prossimo triennio sono sempre più legati alle prestazioni sportive) e lavorando sul lato commerciale potrebbe compensare l’operazione.
Gli introiti juventini per sponsorizzazioni e merchandising viaggiano sopra i 100 milioni. Con l’avvento di Cristiano Ronaldo queste voci possono essere incrementare del 40/50% nel giro di due anni. La casa-madre Exor-Fiat-Chrysler potrebbe giocare un ruolo importante. Anzitutto raddoppiando da 20 a 40 milioni la sua sponsorizzazione senza incorrere in problemi di fair value per le operazioni con parti correlate con la Uefa dato l’effetto Ronaldo.
I benefici per CR7
C’è da dire che il vero obiettivo di Ronaldo era quello di superare Messi a quota 50 milioni di ingaggio. Su questo fronte la Juve non può accontentarlo. Ma l’Italia sì. CR7 ha partner come Armani, Tag Heuer, Castrol, EA Sports, Herbalife, American Tourister, per non parlare del vitalizio di Nike, e si prepara a superare la soglia dei 350 milioni di social media followers. I problemi con il Fisco spagnolo con cui ha patteggiato una multa da circa 19 milioni di euro sono legati alla gestione dei suoi diritti di immagine. Come tutti i calciatori di alta fascia CR7 ha ceduto i suoi diritti a società basate in paradisi fiscali (Isole vergini britanniche e simili). Chi vuole sfruttarne il brand deve “acquistarlo” da queste entità. In questo modo sui proventi CR7 “pagava” le imposte secondo le (inesistenti) aliquote locali. Il Fisco spagnolo gli ha contestato questa prassi e ha avuto buon gioco a recuperare almeno 19 milioni per le spettanze del periodo 2014-17. Ora non ci sarà più bisogno di ricorrere a stratagemmi. Grazie alla norma sui nuovi residenti fiscali del Belpaese, introdotta dalla legge di stabilità del 2017, sui proventi esteri derivanti da investimenti immobiliari, dividenti e capital gain, Ronaldo potrà pagare solo 100mila euro di tasse all’anno. Quindi avendo proventi per oltre 50 milioni di dollari extracalcistici potrà risparmiare anche 20 milioni di euro di imposte. Un bel guadagno fiscale senza più la paura di ispezioni dell’agenzia della Entrate.
I benefici per il calcio italiano
L’affare Ronaldo è un bel colpo per l’americana IMG che ha acquistato per 340 milioni i diritti esteri della Serie A pochi mesi fa per il triennio 2018/21. Ora potrà sperare in un guadagno più ampio dalle cessioni ai vari broadcaster in giro per il mondo. Dai diritti tv nazionali potrebbe derivare invece un bonus extra di 150 milioni annuali qualora Sky e Perform registrino determinate aumenti di nuovi abbonati e di fatturato. È su questo surplus che gli altri club devono sperare per ottenere più soldi dall’arrivo di CR7. Per il resto non è detto che Ronaldo, tra i 33 e i 37 anni, giochi tutte le partite del campionato e garantisca a tutti i club della Serie A un sold out al botteghino.
La presenza di CR7 dà senz’altro nuovo lustro al calcio della Penisola, anche se potrebbe ulteriormente ridurre la contendibilità dello scudetto e la cosiddetta competitive balance. Senza investimenti e nuove strutture, un vero rilancio del movimento calcistico tricolore sarà impensabile anche con venti Cristiano Ronaldo.