La Procura federale ha notificato a Juve Stabia e Trapani un avviso di conclusione indagini in merito ad un presunto caso di “multiproprietà” che vede coinvolto Fabio Petroni, attuale proprietario del club siciliano (tramite la Alivision Transport scarl), che avrebbe “rivestito contemporaneamente il ruolo di socio” in entrambe le società “dal 21 giugno al 9 luglio 2019”. Petroni è tra i nove soggetti – tutti legati alla Juve Stabia o al Trapani – che hanno ricevuto l’avviso da parte dei pm federali. L’indagine, condotta dal procuratore capo Giuseppe Pecoraro e dai procuratori aggiunti Antonella Arpini e Gianfranco Melaragni, non sembra destare preoccupazioni nei due club, che attualmente non risultano essere deferiti. La Procura ha infatti comunicato agli interessati “l’intenzione di procedere al deferimento”, ma prima i soggetti sottoposti ad indagine potranno richiedere (entro 15 giorni dalla notifica dell’avviso) di presentare memorie o di essere sentiti, nonché di convenire l’applicazione di una sanzione ridotta o commutata.
Tutta l’inchiesta si basa su una presunta violazione dell’articolo 16 bis del Noif, ovvero della norma che vieta espressamente partecipazioni di un singolo soggetto in più società. Una norma che prevede pene severe, se la sua violazione viene accertata dalla giustizia sportiva: “L’avvio del procedimento disciplinare – si legge al terzo comma dell’articolo 16 bis – comporta la sospensione dei contributi federali, da revocarsi in caso di pronuncia definitiva, favorevole alle società. Permanendo l’inosservanza del divieto alla scadenza del termine, annualmente fissato, per la presentazione della domanda di iscrizione al campionato, le società oggetto di controllo non sono ammesse al campionato di competenza e decadono dai contributi federali”.
Nonostante il testo delle norme federali preveda il rischio di non ammissione al campionato di competenza, oltre che di sospensione dei contributi federali, per i legali del Trapani si tratta di un’affermazione “destituita di qualsiasi riscontro normativo”. L’ufficio legale del club granata, in una nota pubblicata ieri, aggiunge inoltre che la società “non ha nulla da temere in ordine alle contestazioni della Procura federale e ad una propria ipotetica responsabilità oggettiva: contestazioni che saranno puntualmente smentite dalla documentazione che verrà fornita agli organi inquirenti e già in parte acquisita dalla Figc”. Per quanto riguarda invece la posizione di Petroni e la sua presenza tra i soci della Juve Stabia, la stessa viene definita una “esperienza conclusasi nel maggio 2019 per divergenze legate a modalità gestionali non condivise”. Inoltre, i legali precisano come Petroni non abbia “mai svolto alcun ruolo gestionale all’interno della Juve Stabia”. La Procura federale, invece, lo accusa di essere stato socio del club campano quando aveva già rilevato il Trapani, affare concluso lo scorso 21 giugno, che ha permesso l’iscrizione dei siciliani in Serie B.
Sulla stessa lunghezza d’onda la reazione della Juve Stabia, in un comunicato a firma della società e dei soci Langella e Manniello: “Nelle scorse settimane la Procura federale ha condotto indagini ascoltando numerosi tesserati. In quella sede, i tesserati convocati hanno già fornito agli organi inquirenti le informazioni richieste e consegnato la relativa documentazione. La società precisa comunque che trattasi di una comunicazione di conclusione indagini e non di un deferimento. Deve anche essere evidenziato che da un rapido esame emergono esclusivamente violazioni di natura formale, quali il ritardo nell’invio di taluni documenti. La società ritiene di aver operato con la massima correttezza e nell’assoluto rispetto sia delle normative civilistiche che sportive, come già documentato ai competenti organismi federali ed all’organo di controllo della Federazione, tanto è vero che è stata regolarmente iscritta senza alcuna contestazione al campionato di Serie B della corrente stagione sportiva. La società comunque ha già dato incarico a professionisti di fiducia per tutelarsi in tutte le sedi competenti, i quali professionisti hanno richiesto tutti gli atti dell’indagine”.