Il Coronavirus ferma l’Italia e di conseguenza ferma il calcio italiano, che nella sfera professionistica è ormai abituato a fare i conti con situazioni critiche, rese ancor più complesse dall’emergenza sanitaria. Due società di Lega Pro, Casertana e Catania, hanno infatti annunciato di non poter ottemperare alle scadenze per il pagamento degli stipendi, previste per il 16 marzo. Una situazione che ha scatenato le ire del presidente di lega, Francesco Ghirelli, il quale ha chiesto una mano anche al Governo per evitare una crisi generalizzata della Serie C. E soprattutto aprendo un tavolo con l’Associazione italiana calciatori per monitorare la situazione e trovare soluzioni condivise e il più possibile solidali per superare questa fase critica.
Caso Casertana
La prima ad annunciare l’impossibilità nel pagare gli stipendi è stata la Casertana, con una nota firmata dal presidente D’Agostino: “Per la trasparenza e la lealtà che ha sempre caratterizzato il mio rapporto con tutti i tifosi rossoblu, sono a qui a metterci la faccia e ad esporre in prima persona l’accaduto, anche se questo mi causa profondo dolore e dispiacere. Preferisco che sia io a rendere noto ciò, senza aspettare le comunicazioni di rito degli organi preposti. E’ risaputo che, da sempre solo in questa difficile ed avvincente avventura, per il sostentamento della Casertana, ad ogni scadenza, ho attinto alle casse dell’azienda di famiglia. Realtà florida e consolidata che c’ha permesso sempre di tener fede a tutti gli impegni e fronteggiare anche la pregressa e consistente massa debitoria. Purtroppo lo stato di emergenza creato dal Coronavirus ha rappresentato un colpo di immani proporzioni per tutte le realtà commerciali. Una crisi inopinata e impossibile da prevedere che non ha graziato la mia azienda. Questo ha reso impossibile rispettare la scadenza del 16 marzo per il pagamento degli stipendi. Per chi come me, nel lavoro come nel calcio, ha operato nel pieno rispetto di norme e impegni, questo rappresenta sicuramente un momento di profonda amarezza. Il mio pensiero va a tesserati e dipendenti che, spero, possano comprendere questa triste contingenza. Detto ciò, non lascerò nessuno indietro. E terrò fede a tutti gli impegni assunti, sperando che questo momento di profonda difficoltà per il nostro Paese e non solo, sia presto un cattivo ricordo”.
Caso Catania
Il secondo caso riguarda sempre il girone C, con il Catania da tempo alle prese con questioni di instabilità societaria. Gli etnei, in un comunicato pubblicato sul loro sito ufficiale, hanno reso noto di aver informato il presidente della Figc Gravina, la Covisoc e la Lega Pro dell’impossibilità di provvedere ai pagamenti, richiedendone contestualmente la sospensione, “sottolineando l’immediatezza e la logicità di un simile provvedimento d’urgenza alla luce delle numerose e coerenti disposizioni, governative e delle autorità calcistiche, che riconoscono l’emergenza economica del sistema”. Il Catania si appella alle cause di forza maggiore, anche perché la società “non può al momento ricavare introiti fondamentali dalle attività complementari suddette”, che per il club siciliano riguardano la gestione del centro sportivo Torre del Grifo, chiuso a seguito del decreto ministeriale emanato a seguito dell’emergenza Coronavirus. “La mancata disputa delle competizioni sportive (ultima gara interna disputata domenica 1° marzo) ed il mancato svolgimento di qualsiasi attività – conclude il club nella propria nota – non hanno più consentito di sommare alcun nuovo introito per effetto di incassi e proventi da sponsorizzazioni e pubblicità. Il perdurare della situazione di difficoltà generale ha impedito ulteriori interventi da parte dei soci di riferimento. Pertanto, il Calcio Catania attende con fiducia l’accoglimento della richiesta formulata”.
Le mosse della Lega Pro
La reazione della Lega Pro non si è fatta attendere, anzi. Il presidente Ghirelli punta il dito su chi intende approfittare della situazione di emergenza: “Come negli ospedali ci sono gli sciacalli che lucrano sulle mascherine, nel calcio ci sono sciacalli che telefonano a club dicendo che loro hanno trovato la strada per non pagare i calciatori per causa di forza maggiore poiché non si allenano e non giocano. I club hanno quasi tutti rispettato il pagamento degli emolumenti, noi come Lega Pro abbiamo compiuto uno sforzo economico straordinario per anticipare risorse ai club. Abbiamo iniziato una trattativa con l’Aic sul come affrontare la crisi e vedere di far sacrifici entrambi. Questa è la strada”. Auspicando anche un aiuto da parte del Governo: “La credibilità così conquistata – conclude Ghirelli – ci consentirà, a noi del calcio sociale, a noi del calcio che fa bene al Paese di chiedere interventi da parte del governo nel prossimo decreto. Credibilità che aumenterà perché noi presenteremo presto, in accordo con FIGC, un vero piano di governo della crisi in cui ci saranno anche azioni endogene per tagliare costi”.