Il calcio europeo fa i conti col Covid-19 e con gli effetti causati dalle misure adottate per contrastare il diffondersi della pandemia. Il report annuale pubblicato da KPMG’s Football Benchmark evidenzia le difficoltà dei club delle sei principali leghe continentali, tutti con ricavi in netta diminuzione rispetto alla stagione precedente, proprio a causa dell’emergenza sanitaria. Nel documento, citando una stima dell’Eca, per la stagione 2019/20 e per quella attualmente in corso viene ipotizzata una perdita aggregata di 5 miliardi di euro per i club dei principali campionati europei, con un impatto anche sul valore dei singoli calciatori.
I sei club campioni di Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Italia e Portogallo, in totale, hanno perso oltre 370 milioni di ricavi a causa del Covid-19. Chi ha patito la pandemia in misura minore è stato il Bayern Monaco, che con 607,2 milioni di ricavi operativi ha lasciato per strada soltanto 18,3 milioni (il 3% degli introiti) e ha registrato un utile di 5,9 milioni. Decisamente maggiore, invece, l’impatto sui conti del Real Madrid, che resta il club con i maggiori ricavi (681,2 milioni), ma ha perso l’8% in un anno, proprio come il Liverpool (557 milioni di ricavi). L’asticella si alza passando in Serie A, con la Juventus che perde il 13% dei propri introiti, con ricavi operativi pari a 401,4 milioni di euro, mentre il Paris Saint-Germain campione di Francia subisce in termini assoluti il più ampio “taglio” ai ricavi: 95,4 milioni, con un totale di 540,6 milioni messi a bilancio nell’ultimo esercizio. In Portogallo, infine, il Porto vede addirittura dimezzato il proprio monte ricavi: 87,3 milioni di euro, con 89 milioni di mancati introiti a causa della pandemia.
Al di là dei ricavi dal botteghino, chiaramente in calo per via delle misure introdotte dai vari governi europei (dalle porte chiuse agli ingressi ridotti negli stadi), i proventi televisivi hanno pure subito un ribasso nell’ultimo anno. Per Bayern Monaco e Paris Saint-Germain, finaliste dell’ultima Champions League, il passo indietro è stato minimo, pari al 4% rispetto all’anno precedente. Il peso della massima competizione continentale diventa però più evidente se si considera che il Porto, eliminato ai preliminari, ha visto ridursi la voce diritti tv del 63% in un anno. Anche per il Liverpool, i proventi media sono diminuiti nel giro di un anno, in questo caso del 22%. Per la Juventus il calo è de 19%, mentre per il Real Madrid è del 12%, ma i blancos hanno subito più di tutti la chiusura dei botteghini: -34,9 milioni di euro, ovvero il 22% in un anno. Sul fronte dei ricavi commerciali, Liverpool, Bayern e Real Madrid hanno aumentato rispettivamente i loro introiti del 14%, 4% e 2%, la Juventus si è mantenuta stabile, mentre Psg e Porto hanno perso il 18%.
“Una crisi fornisce quasi sempre l’opportunità di evidenziare i fallimenti di un modello di business – ha dichiarato Andrea Sartori di Kpmg – ma anche di guidare l’innovazione e l’evoluzione, dunque è incoraggiante vedere gli organi governativi del calcio, le associazioni e i club discutere di riforme riguardo i calendari, il controllo dei costi, alterazioni sulla gestione delle competizioni domestiche ed europee o del sistema dei trasferimenti, tra le altre. Il nostro richiamo resta valido: la complessità senza precedenti delle questioni nella nuova realtà richiede una flessibilità, una saggezza, una responsabilità e una collaborazione senza precedenti, da tutte le parti e a tutti i livelli. L’emergenza Coronavirus ha messo in dubbio la sostenibilità finanziaria dell’ecosistema calcistico e ha esposto la sua fragilità. Il calcio, improvvisamente, ha dovuto fare i conti con problemi di liquidità, con tutte le fonti di ricavo colpite dall’assenza del botteghino, in aggiunta alla rinegoziazione, sospensione o cancellazione dei pagamenti dai media e dagli accordi commerciali”.