I paesi del Golfo guardano con interesse sempre maggiore al calcio francese. La strada aperta dal Qatar nel 2011, con l’acquisizione del Paris Saint-Germain, ha portato nel giro di un decennio allo sbarco di quattro potenze mediorientali tra Ligue 1 e Ligue 2. L’ultima di queste è l’Arabia Saudita, rappresentata dalla famiglia reale Al Saud e più precisamente dal principe Abdullah bin Mosaad, che ha completato l’acquisto dello Chateauroux, club attualmente ultimo in classifica nella seconda serie francese. Un campionato guidato dal Troyes, uno dei club appartenenti alla “galassia” del City Football Group (controllato dall’Abu Dhabi United Group dello sceicco Mansur), mentre in lotta per la promozione in Ligue 1 si trova anche il Paris Fc, che in estate ha accolto l’ingresso della famiglia reale del Bahrain come azionista di minoranza (col 20% delle quote).
Ad eccezione di Oman e Kuwait, dunque, tutti i principali paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno messo piede in Francia per investimenti nel mondo del calcio, sulla scia di una situazione geopolitica per nulla semplice. Dal 2017 i rapporti tra Qatar e Arabia Saudita sono tesi, per via delle accuse di supporto al terrorismo da parte del governo qatariota avanzate dalla coalizioine araba, che vede alleate Arabia Saudita e Bahrain. Finora, il calcio era entrato in gioco come interesse collaterale, legato principalmente ai diritti televisivi (più precisamente, alla battaglia tra la qatariota BeIn Sports e i “pirati” sauditi di beoutQ). Da qualche anno lo scenario si è spostato sui campi da gioco e la Francia si sta rivelando terreno fertile per gli investimenti arabi nel calcio europeo.
Per il principe saudita Abdullah bin Mosaad, lo Chateauroux non è l’unico investimento calcistico in giro per il mondo. Nel 2013 ha acquisito il 50% delle quote dello Sheffield United, prendendo poi il controllo del club al termine di una lunga disputa legale con l’allora socio McCabe. Inoltre, tra i suoi affari in campo calcistico, troviamo i belgi del Beerschot, gli indiani del Kerala United (precedentemente Calcutta Quartz) e un club degli Emirati Arabi Uniti, l’Al Hilal United. Un progetto che ricalca le orme del City Football Group, che è partito dal Manchester City e oggi vanta un totale di dieci partecipazioni dirette nel calcio internazionale (più due partnership in Francia e Bolivia). “Il nostro progetto non è quello di acquistare un club di terza divisione – ha dichiarato il principe – noi acquistiamo club di prima categoria. Lo Sheffield United è stata un’eccezione e anche lo Chateauroux lo è. Siamo consapevoli del rischio di retrocedere, ma abbiamo anche la possibilità di essere promossi velocemente e in pochi anni saremo ai massimi livelli in Francia”.
Che questo affare si concretizzi in Ligue 2, però, non è un caso, dato che il calcio transalpino da tempo strizza l’occhio ai petroldollari. Non solo col Paris Saint-Germain, ma anche con i diritti televisivi: BeIn Sports (tv con base in Qatar) si è aggiudicata parte dei pacchetti previsti per il quadriennio 2020-2024 e dopo la dipartita di Mediapro, si è trovata al fianco di Canal+ nel trasmettere le partite del campionato francese. Entrambe le emittenti, però, vorrebbero che tutti i diritti vengano nuovamente messi in vendita, mentre la Lfp ha avviato le consultazioni solo per i pacchetti precedentemente ceduti a Mediapro. L’11 marzo è attesa la sentenza da parte del Tribunale del commercio di Parigi, per un altro affare che lega a doppio filo il calcio francese ai paesi arabi.