La seconda asta per la cessione del ramo sportivo del Catania è andata deserta e la Serie C è nuovamente a un bivio. Lunedì scadranno i termini per l’esercizio provvisorio del club etneo, già prorogato in altre occasioni. Se non dovesse esserci un ulteriore prolungamento dei tempi previsti, allora ciò comporterebbe l’esclusione della squadra siciliana dal campionato di competenza, con un conseguente scossone nella classifica del girone C in quanto sarebbero annullati i risultati precedentemente ottenuti da tutte le squadre che hanno affrontato i catanesi e non vi sarebbe alcuna retrocessione diretta in Serie D.
Il presidente del Tribunale di Catania, Francesco Mannino, una volta esperita l’asta senza offerte sul tavolo, ha diramato un comunicato stampa: «Trattandosi di vicenda di particolare interesse sociale, si comunica che in data odierna (ieri, ndr) l’udienza di vendita in forma telematica del ramo caratteristico calcistico della società fallita Calcio Catania s.p.a. è andata deserta per mancanza di domande di partecipazione, peraltro, non risultando accreditata, sul conto della procedura, alcuna somma a titolo di cauzione». Nei giorni che hanno preceduto il termine fissato per le 12 di ieri, si è fatto avanti come possibile soggetto intenzionato a rilevare il ramo sportivo del Catania l’ex presidente del Latina, Benedetto Mancini, che ha costituito una società con un capitale di 10 mila euro. Da quanto si evince dalla nota del Tribunale etneo, però, non ha depositato la cauzione prevista.
Lo scorso 11 gennaio, il prezzo di base per l’asta fallimentare era stato posto a 1 milione di euro. In vendita era stato messo solo il ramo calcistico del Catania, dunque calciatori e immobilizzazioni materiali, ad esclusione del centro sportivo di Torre del Grifo. Il termine ultimo per presentare le offerte era l’11 febbraio alle ore 12, ovvero ieri, ma nessuno ha avanzato una proposta per rilevare il club, che ha perso la matricola dopo più di 75 anni. Al valore di 1 milione, fissato come base per l’asta, i consulenti tecnici d’ufficio sono giunti partendo dalla stima del patrimonio netto rettificato pari a 605.000 euro, gran parte del quale relativo alla struttura del settore giovanile (valutata 460.000 euro). Considerando anche la disponibilità di un «parziale recupero di quanto anticipato per il debito sportivo» quantificabile in circa 400.000 euro, si arriva al milione di cui sopra. Una volta andata deserta la prima asta, alla seconda la base è stata ridotta a 500 mila euro, facendosi carico dei cosiddetti debiti sportivi del Catania (pari a circa 2,85 milioni di euro).
L’esercizio provvisorio proseguirà fino a lunedì. Oggi il Catania scenderà in campo contro il Monterosi, ma potrebbe trattarsi della sua ultima partita. Gli etnei, già gravati di una penalizzazione di 4 punti per inadempienze amministrative, rischiano l’esclusione dal campionato di Serie C qualora il Tribunale non dovesse concedere una nuova proroga. Dopo il fallimento, era stato concesso l’esercizio provvisorio inizialmente fino al 2 gennaio. Due mesi dopo, il fantasma della radiazione torna a farsi vivo e la Serie C potrebbe perdere ancora una volta un club a stagione in corso: «Le notizie dal tribunale di Catania sono molto negative – ha dichiarato Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro – attendiamo le conseguenti determinazioni che spettano al tribunale. Massimo rispetto per la preoccupazione di una città e di una tifoseria gloriosa. Rispetto vuol dire stare in attesa, ci sarà il tempo per parlare».