Juventus: Agnelli scrive agli azionisti. L’appuntamento con la Storia è il terzo scudetto consecutivo. Lega immobile (ecco il testo della lettera)

“La storia non si ferma”. Si conclude con questa frase evocativa la lettera agli azionisti del presidente della Juventus Andrea Agnelli che accompagna il bilancio chiuso al 30 giugno 2013 che dovrà essere approvato dall’assemblea del 24 ottobre prossimo. L’appuntamento con la storia, per Agnelli, è la copnquista del terzo scudetto consecutivo. Un’impresa non riuscita dagli anni ’30 a nessuna Juventus.

Ecco il testo completo della lettera:

“Il bilancio dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2013 rappresenta un’importante tappa di un percorso di crescita e di risanamento che la Vostra Società ha intrapreso dal 2010. La stagione 2012-2013 ha portato alla Juventus, infatti, ricavi record nella sua storia. Tre anni fa questo management assumeva di fronte a voi impegni volti a un duplice obiettivo: la sostenibilità finanziaria e il ritorno alla piena competitività sportiva. Entrambe queste componenti rimangono essenziali nella mia idea di Juventus per gli anni futuri e, quindi, considero questo record una tappa e non un traguardo. Con costanza ed impegno abbiamo ridotto le perdite dell’80% in due esercizi, ma il percorso non è ancora completato. Molto lavoro rimane da fare, soprattutto sul fronte della diversificazione e della stabilizzazione dei ricavi. La Juventus si è trasformata, ha saputo ricostruire la cultura della vittoria sul campo, che l’ha sempre contraddistinta, e ha saputo trovare le risorse umane, morali e finanziarie per invertire la rotta. Ora deve essere in grado di sollecitare con efficacia, presso gli organismi di governo del calcio, quelle riforme necessarie perché l’Italia torni a essere leader in Europa. Il nostro Paese, in questi ultimi 12 mesi, non ha compiuto alcun passo in avanti in tal senso. Mentre i campionati dei Paesi più evoluti evidenziano incrementi di ricavi, collettivi e individuali, nonché di competitività sportiva, l’Italia, ossia la Lega Nazionale Professionisti Serie A, rimane immobile in una terra di mezzo che rischia di essere spazzata via dalla polarizzazione in atto. Sul fronte internazionale, Juventus ed io in prima persona siamo fortemente impegnati in seno alla European Club Association (ECA) che in poco tempo, grazie alla leadership di Karl-Heinz Rumenigge, ha dimostrato di essere una controparte autorevole ed efficace nei confronti dell’UEFA, dell’Unione Europea e dei policy makers, producendo risultati concreti. Cito, ad esempio, la sottoscrizione di accordi assicurativi che hanno garantito ai club, cioè agli investitori essenziali del mondo del calcio, una forma di protezione dagli infortuni per gli atleti impegnati in occasione di ogni partita delle nazionali inserita nel calendario internazionale, un sistema crescente di remunerazione delle società per la partecipazione dei propri giocatori a Euro 2012 e 2016 e alla Coppa del Mondo 2014, un potere consultivo garantito ai club su tutte le decisioni che riguardano competizioni europee cui gli stessi prendono parte, modifiche sostanziali al calendario FIFA per tenere conto delle esigenze dei club. L’ECA inoltre si è garantita quattro rappresentanti nell’UEFA Professional Football Strategy Council, che discute argomenti cruciali per il futuro del calcio professionistico. Purtroppo, un’analoga efficacia nel porre i club al centro dell’attenzione dei policy makers, non si riscontra nell’operato della Lega Nazionale Professionisti Serie A, che deve ritrovare capacità di dialogo sereno, foriero di risultati concreti, e, soprattutto, di programmazione. La Lega deve sì adoperarsi per consentire ai club maggiormente impegnati sul fronte domestico di consolidare l’equilibrio tra competitività sportiva e risorse finanziarie, ma ciò senza intaccare, anzi, auspicabilmente incrementando, le possibilità dei grandi club di competere nelle coppe europee e sul mercato globale con i migliori brand internazionali. Sulla capacità del brand Juventus di aumentare il proprio appeal all’estero si gioca una parte cospicua della sostenibilità finanziaria della Vostra Società. La partecipazione alla UEFA Champions League non deve essere considerata un semplice traguardo stagionale, bensì un ricorrente obiettivo intermedio di una più ampia strategia di medio-lungo termine, volta a incrementare l’attrattiva dei colori bianconeri sul mercato globale. E’ lì, dove la Juventus può già contare milioni di tifosi, che le aziende multinazionali investono e dove si gioca ormai una parte importante della competizione del nostro settore. Il mondo digitale ci sta aiutando a stringere un dialogo più intenso con appassionati distanti fisicamente, ma desiderosi di vivere la Juventus giorno per giorno. Anche su questo fronte la Lega Nazionale Professionisti Serie A deve conquistare un ruolo più attivo, commercializzando all’estero i diritti collettivi con maggiore visione e programmazione strategica.

Dal global al local. Due facce di una stessa medaglia. Lo Juventus Stadium è nel mondo, unitamente ai successi sportivi, una bellissima storia che la Vostra Società offre e che noi tutti, club, squadra e tifosi, abbiamo appena iniziato a scrivere. I suoi numeri e quelli del JMuseum sono in continua crescita. Ora una nuova sfida ci attende: il progetto Continassa. Da pochi giorni Juventus è entrata in possesso dell’area contigua allo Juventus Stadium dove, grazie ad un ambizioso progetto di riqualificazione e sviluppo porteremo la sede sociale e il centro di allenamento della Prima Squadra e nuove iniziative commerciali e residenziali. Auspicabilmente la prima fase dei lavori si concluderà nell’estate 2016 e l’intero progetto sarà completato entro il 2017. Dalle Olimpiadi di Torino 2006 pochi altri soggetti hanno contribuito così significativamente allo sviluppo e alla difesa dell’occupazione nella nostra città. Il nostro lavoro prosegue senza sosta fuori dal campo, ma la Juventus è sinonimo di calcio e di vittorie. Ho spesso definito nei dialoghi privati e pubblici questa stagione come “l’appuntamento con la Storia”. Lo confermo. Dagli anni Trenta del secolo scorso, nessuna Juventus è riuscita a conquistare tre scudetti consecutivamente. Questa è la testimonianza concreta di quanto sia ripida la salita che abbiamo appena iniziato. E’ un’occasione che non vogliamo farci sfuggire, ma sappiamo quanto la competizione sia cresciuta. Non bisogna averne paura ma esserne consapevoli”.

  • aldo |

    ho azioni Juve da 3 anni, ma non vedo come possa crescere il titolo. se non sono bastati 2 scudetti consecutivi a far alzare il prezzo da quel 0,20 costante da mesi. mi chiedo: quali sono le prospettive ? cosa potrebbe portare ad un’innalzamento del prezzo ?

  • aldo |

    ho azioni Juve da 3 anni, ma non vedo come possa crescere il titolo. se non sono bastati 2 scudetti consecutivi a far alzare il prezzo da quel 0,20 costante da mesi. mi chiedo: quali sono le prospettive ? cosa potrebbe portare ad un’innalzamento del prezzo ?

  • aldo |

    ho azioni Juve da 3 anni, ma non vedo come possa crescere il titolo. se non sono bastati 2 scudetti consecutivi a far alzare il prezzo da quel 0,20 costante da mesi. mi chiedo: quali sono le prospettive ? cosa potrebbe portare ad un’innalzamento del prezzo ?

  • luca |

    Da quando Andrea Agnelli e soprattutto e innanzitutto il cugino han preso le redini della Juve , il club bianconero che nel 2005-2006 aveva sostanzialmente gli stessi ricavi di società come real, barcellona, manchester united e superiori a bayern, chelsea, arsenal liverpool per non aprlare del dortmund che allora incassara meno di 65 milioni l’anno e oggi ne ricava quanto la Juve circa 275 (escluse le plusvalenze deirvanti dalle cessionid ei giocatori), dicevo la Juventus da allora ha vito crearsi un gap incredibile con le società su citate con cui era allo stesso livello.
    Ci dovrebbe essere una assuznione di responsabilità in Andrea Agnelli e nel cugino che sostanzialmente non esiste ancora una volta nemmeno in questa lettera. Questo dato insieme agli altri , ovvero ai fatturati di real, barcellona, bayern, arsenal, liverpool, chelsea, è il più eclatante perchè certifica il fallimento gestionale della Juventus che è stato l’unico club a nn crescere a dismisura nonostante un nuovo stadio!
    Anzi vince il campionato, e i ricavi del merchandising sono inferiori all’anno precedente!
    Insomma una gestione scellerata che peggio non si può

  • luca |

    Da quando Andrea Agnelli e soprattutto e innanzitutto il cugino han preso le redini della Juve , il club bianconero che nel 2005-2006 aveva sostanzialmente gli stessi ricavi di società come real, barcellona, manchester united e superiori a bayern, chelsea, arsenal liverpool per non aprlare del dortmund che allora incassara meno di 65 milioni l’anno e oggi ne ricava quanto la Juve circa 275 (escluse le plusvalenze deirvanti dalle cessionid ei giocatori), dicevo la Juventus da allora ha vito crearsi un gap incredibile con le società su citate con cui era allo stesso livello.
    Ci dovrebbe essere una assuznione di responsabilità in Andrea Agnelli e nel cugino che sostanzialmente non esiste ancora una volta nemmeno in questa lettera. Questo dato insieme agli altri , ovvero ai fatturati di real, barcellona, bayern, arsenal, liverpool, chelsea, è il più eclatante perchè certifica il fallimento gestionale della Juventus che è stato l’unico club a nn crescere a dismisura nonostante un nuovo stadio!
    Anzi vince il campionato, e i ricavi del merchandising sono inferiori all’anno precedente!
    Insomma una gestione scellerata che peggio non si può

  Post Precedente
Post Successivo