Il Napoli va a lezione dall’Arsenal e sullo stadio prova a emulare il modello “Highbury Square” (a dispetto della legge 91 del 1981)

Il Napoli torna da Londra tentando di mettere a frutto la doppia "lezione" impartita dai Gunners. Per la prima, sul piano sportivo, spetterà a Rafa Benitez trarre le conseguenze e ottenere dalla squadra le giuste risposte, a cominciare dal match di domenica con il Livorno. Per quanto riguarda la seconda, sul piano aziendale, sarà compito del presidente De Laurentiis tentare di emulare l'operazione immobiliare che ha permesso all'Arsenal  di realizzare affari d'oro con la costruzione dell'Emirates Stadium. Ieri De Laurentiis ha incontrato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ricucendo lo strappo della scorsa settimana, con la minaccia di "emigrare" a Caserta in caso di risposte del Comune non soddisfacenti. 

Il tavolo Comune-Sscn. "È stato un incontro molto proficuo – ha invece spiegato il sindaco – in cui siamo entrati nel dettaglio, stabilendo un cronoprogramma e un'intesa sul fatto che lo stadio si fa a Napoli con garanzie per chi investe. "Abbiamo creato un tavolo permanente – ha aggiunto il patron azzurro – tra club e Comune per la valorizzazione dello stadio, che significa anche valorizzazione del territorio". Secondo De Laurentiis si potrà procedere eventualmente con la costruzione di "prefabbricati che possono essere progettati e fatti altrove e poi portati a Fuorigrotta, visto che nello stadio dobbiamo continuare a giocarci. Il San Paolo resta la casa del Napoli". Il modello citato è proprio quello dell'Arsenal che ha portato avanti un "investimento immobiliare a Londra che gli ha permesso di crescere come club". Per definire il piano di intervento c'è tempo, in teoria, fino a maggio 2014 quando scadrà la convenzione attualmente in vigore tra Comune (proprietario dell'impianto) e Sscn. Ma le parti puntano ad accelerare l'iter. Circa il quadro giuridico dell'operazione De Magistris ha chiarito che restano aperte "tutte le tre ipotesi che sono in campo: vendita, concessione o diritto di superficie".

Il modello Arsenal. Pianificando la costruzione dell'Emirates Stadium, a partire dal 2002, il club londinese ha anche programmato la costruzione di alcuni comlpessi residenziali  (“Drayton Park”, “Highbury Square” e "Quensland Road”) nell'area ricavata dalla demolizione del vecchio Highbury. Comlpessi destinati a finanziare l’investimento e a riqualificare l’area urbanistica intorno al nuovo impianto sportivo. Una parte importante della riconversione immobiliare è rappresentata proprio dal progetto "Highbury Square” inaugurato il 24 settembre 2009 alla presenza di Arsène Wenger che comprende oltre 650 appartamenti. L'Arsenal ha incassato in questi 10 anni oltre 500 milioni di euro (vendite e cantieri non sono ancora esauriti). Certo il club si è progressivamente indebitato, ma il cash flow costituito dalle vendite di appartamenti e uffici ha permesso di tenere i conti sotto controllo, di produrre utili e di non depauperare il tasso tecnico della squadra che è rimasta stabilmente ai vertici del calcio inglese ed europeo, partecipando a 16 edizioni consecutive della Champions league. Il fatturato dei Gunners, dal 2011 di proprietà del Gruppo Usa Kroenke, è stato di 294 milioni di euro con un utile operativo (al lordo di oneri eccezionali, ammortamenti e trading di giocatori) di circa 40 milioni di euro (nel 2011 l'utile era stato di 57 milioni). Osservando le voci di entrata spicca il fatto che dall'Emirates Stadium arrivano 118 milioni di euro, somma che supera la quota da diritti tv pari a 103 milioni di euro. Il livello complessivo di indebitamento del gruppo Arsenal invece si è stabilizzato intorno ai 120 milioni di euro.

I limiti della legge 91 del 1981. Seguire l'esempio dell'Arsenal con gli investimenti immobiliari realizzati per finanziare la costruzione del nuovo stadio potrebbe non essere semplicissimo. C'è da superare i limiti fiddati dall'articolo 10 comma 2 della legge sul professionismo sportivo del 1981 che impone alle società calcistiche di svolgere "esclusivamente attività sportive ed attività ad esse connesse o strumentali", escludendo ogni altra iniziativa economica. Certo c'è il precedente dell'investimento effettuato dalla Spal nel 2012 in un impianto fotovoltaico diretto a sostenere le finanze del club. Iniziativa inizialmente bocciata dalla Commissione  Disciplinare della Figc che aveva inflitto 15mila euro di ammenda alla Spal "per aver avviato un'attività commerciale finalizzata alla realizzazione di un impianto fotovoltaico" e poi riabilitato dalla Corte di Giustizia della Figc che ha aperto uno spiraglio assolvendo il club di Ferrara. Una sfida che, c'è da scommetterci, non spaventerà il presidente De Laurentiis dai suoi propositi.