Il Fisco ora contesta le sponsorizzazioni nei Dilettanti e in Lega Pro

Ora ci si mette anche il Fisco. Nel mirino dell'agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza sono finite anche le sponsorizzazioni "insensate", "anti-economiche", fatte alle piccole società di calcio (dilettantistiche e qualcuna di Lega Pro) e ai club dei cosiddetti sport minori. Da qualche mese, infatti, si stanno moltiplicando le indagini in diverse regioni, dall'Emilia Romagna alla Lombardia,  dalla Toscana all'Umbria. Piove sul bagnato, si direbbe.

L'antieconomicità. L'attenzione del Fisco per il tema sponsorizzazioni è carsica. In passato, controlli e contestazioni hanno lambito la stessa serie A. Niente di nuovo, dunque? Solo all'apparenza. Perchè mentre in passato gli ispettori dell'amministrazione finanziaria puntavano il dito contro la natura fittizia delle sponsorizzazioni, cioè sulla loro falsità e sull'essere realizzate da imprese intenzionate solo a fare apparire un imponibile più basso di quello effettivo, oggi, il fisco sembra contestare la ragione stessa della sponsorizzazione e la sua antieconomicità.

Le regole del Fisco. Per l'agenzia delle Entrate, in effetti, "appare poco credibile rinunciare a parte del profitto aziendale per corrispondere somme ad associazioni ed enti per sponsorizzazioni e/o pubblicità, talvolta anche incomprensibili se riferite all'attività esercitata e alla clientela dello sponsor, e non in grado di favorire l'incremento del fatturato, anche in considerazione dei luoghi in cui la pubblicità o sponsorizzazione viene eseguita, ed il numero limitato e tipologia degli spettatori che assistono all'evento sportivo".

L'impatto. In questi casi, perciò, i costi sostenuti per la sponsorizzazione vengono ritenuti antieconomici e, quasi per intero, indeducibili, per difetto del requisito di inerenza, mentre l'Iva viene considerata indetraibile nella percentuale dell'80%, calcolata sull'utile che sarebbe stato conseguito in assenza delle spese. L'amministrazione finanziaria, dunque, sembra in molti casi volersi sostituire alle valutazioni dell'imprenditore che decide, per esempio, di sostenere una squadra di calcio locale e che, in definitiva, può anche sbagliare o scegliere di "perderci".

Le alternative in Europa. In Germania i costi sostenuti dalle imprese per le sponsorizzazioni sono deducibili dal reddito imponibile. Ma a differenza degli altri Paesi Ue, in caso di gruppo societario, i costi sono riconosciuti per intero soltanto alla controllante, a prescindere dall'effettivo sostenimento e dall'eventuale beneficio derivante dalla sponsorizzazione. In Gran Bretagna i costi per lo sponsor sono generalmente deducibili per intero dal reddito imponibile, ma sono assoggettati in sede di dichiarazione a un test per valutare la loro esclusiva inerenza alla tipologia di attività svolta dall'impresa. Non sarebbe il caso di fissare regole più chiare, rifacendosi a questi modelli?