Platini incassa l’ok dall’Unione europea sul fair play finanziario

Michel Platini incassa il sì dall'Unione europea sulle regole del fair play finanziario. Un duro colpo per chi è contrario al giro di vite sui conti delle società e già profilava ricorsi alla Corte di Giustizia Ue per la possibile lesione della libertà economica nel Vecchio Continente. 

Il presidente Uefa Platini e il vicepresidente della Commissione europea e commissario per la concorrenza, Joaquin Almunia, hanno infatti pubblicato un comunicato congiunto per evidenziare la coerenza tra le regole e gli obiettivi del fair play finanziario e quelli della Commissione nel settore degli aiuti di stato.

Platini. "Sono molto contento che la Uefa e la Commissione europea abbiano compiuto insieme questo passo decisivo, per assicurare un futuro prosperoso o stabile al calcio europeo e alla comunità calcistica europea in generale – ha dichiarato il presidente della Uefa che ha fatto di questa battaglia un caposaldo della sua amministrazione -. Il nostro comunicato conferma che le norme sul fair play finanziario sono pienamente coerenti con quelle sugli aiuti di stato dell'Unione europea. Voglio ringraziare sinceramente il vicepresidente Almunia e la Commissione europea per il loro impegno, lo spirito costruttivo e la cooperazione in questo processo congiunto".

L'Unione europea. Per Almunia, vicepresidente della commissione per la concorrenza "l'appoggio pienamente gli obiettivi del fair play finanziario della Uefa e ritengo essenziale che i club abbiano basi finanziarie solide. Le regole della Uefa tuteleranno l'interesse dei singoli club e giocatori, oltre al calcio europeo nella sua totalità".

Il fair play. Il comitato esecutivo Uefa ha approvato le misure di fair play finanziario a maggio 2010.  Queste includono "l'obbligo per i club di chiudere il bilancio almeno in parità in un determinato periodo e di non spendere più di quanto guadagnino, tagliando gli eccessi che negli ultimi tempi hanno messo a repentaglio la salute del calcio – spiega l'Uefa -. Tali misure, dunque, sono state studiate per tutelare il benessere e la fattibilità a lungo termine nel calcio europeo. La Uefa e la Commissione europea hanno anche sottolineato che è necessario garantire che le regole vengano applicate in un modo uniforme a tutti i club, per evitare il rischio di discriminazione o trattamento impari".

Dal 2013/2014. In pratica nei prossimi tre anni i club che vorranno giocare in Europa non potranno avere un rosso sopra i 45 milioni (a parte alcune spese ammesse come quelle per gli investimenti in stadi e vivai. Il Panel di controllo della Uefa però già dalla prossima estate potrà richiamare quei club con deficit che già oltrepassano questo limite e che potranno essere "invitati" a contenere costi e spese.