Calcioscommesse, per i club l’incubo della responsabilità oggettiva

Da Last Bet, l'inchiesta deflagrata il 1° giugno dello scorso anno a Cremona, agli arresti di Bari, la spirale in cui si sta avvitando il calcio italiano è inarrestabile. Lo scandalo del calcioscommesse fra clan di "bolognesi", gruppi di "zingari" e infiltrazioni della criminalità organizzata sta lambendo con sempre più evidenza la stessa serie A. Nei prossimi mesi è attesa un'ulteriore escalation giudiziaria in quanto dovrebbero concludersi e confluire i filoni d'indagine che in questi mesi hanno portato avanti, per episodi e reati solo in parte coincidenti, le Procure di Cremona, Bari e Napoli (con il coinvolgimento della stessa Dda partenopea).


Gli elementi raccolti dalla giustizia ordinaria (la contestazione è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva) arricchiranno i faldoni della Procura della Figc che nel corso dell'estate sarà chiamata agli straordinari per celebrare i processi sportivi e arrivare prima dell'avvio della prossima stagione alle condanne per atleti e società. Entro la fine aprile ci saranno i primi deferimenti della Procura federale sul filone dell'inchiesta-bis di Cremona (che nella prima tranche lo scorso agosto ha determinato le squalifiche, tra gli altri, di Doni e Signori). Quel che è certo è che la Figc, come ha ribadito ieri il presidente Giancarlo Abete si muoverà nella logica della tolleranza zero. Per questo Abete ha auspicato che anche la Procura di Bari trasmetta presto gli atti agli organi sportiva.
Mentre le inchieste ordinarie faranno il proprio corso, infatti, in ambito sportivo si attueranno procedure sommarie, meno legate ai formalismi, per giungere a penalizzazioni e squalifiche che rispettino il criterio dell'"afflittività". Le sanzioni sportive, in altri termini, devono arrecare a chi le subisce il maggior danno possibile e quindi provocare retrocessioni e mancate promozioni. In alternativa, e nel caso in cui non si faccia in tempo per l'avvio dei campionati (a fine agosto), si decreteranno forti riduzioni di punti nel torneo come accaduto nella stagione in corso all'Atalanta.
Se i giocatori coinvolti rischiano squalifiche e radiazioni, per i club accusati di non aver vigilato sui propri tesserati pende la tagliola della "responsabilità oggettiva" (principio, discutibile, ma che resta cardine per il mondo sportivo, come ha confermato l'ultimo congresso Uefa). Certo, le società potranno alleggerire la propria posizione collaborando con la Procura federale. Ma è difficile che possano ribaltare lo scenario ed essere riconosciute come "parti offese". Su questa strada, per esempio, si sta muovendo il Bari che ha chiesto alla Figc di denunciare per truffa i propri calciatori infedeli. I sospetti, per ora, si addensano su mezza serie A.

Twitter@MarcoBellinazzo

  • AVVOCATO LECCE |

    Anche un bambino di 2 anni capirebbe che L’US Lecce è una societa’ PULITA e non ha niente a che vedere con tutto questo marciume.
    Le deposizioni del sig.Masiello sono veramente di un’attendibilita’ pari allo zero è stato,infatti,smentito dai suoi amici e compagni di scommesse.
    gli avvocati dell’us lecce dovranno denunciare parecchie persone…

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