La Cassazione ha accolto il ricorso della As Roma contro la sanzione di 60mila euro inflitta alla società giallorossa per illeciti contabili relativi alla gestione del vivaio. Il reato di falso in bilancio connesso a presunte plusvalenze gonfiate aveva determinato anche la sanzione per responsabilità amministrativa a carico del club (in base alla disciplina del decreto legislativo 231 del 2001).
I fatti risalgono alla prima metà degli anni Duemila. L'indagine (che aveva coinvolto anche la Lazio di Cragnotti risultata poi assolta) aveva preso le mosse da una denuncia dell'ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara secondo il quale alcuni club di serie A sarebbero ricorsi a trucchi di bilancio per aggiustare la propria situazione economica. Fu lo stesso Gazzoni Frascara a coniare il termine 'doping amministrativo'.
Adesso la Corte d'Appello della capitale, che aveva confermato la sanzione, dovrà rivedere la vicenda. Il verdetto di primo grado era stato emesso nel 2007, quello d'appello nel 2010. In particolare, la quinta sezione penale ha disposto un nuovo esame della vicenda davanti alla Corte d'Appello di Roma, sospendendo in questo modo la sanzione di 60 mila euro inflitta in appello alla societá. La condanna inflitta alla Roma dalla Corte d'Appello della capitale lo scorso 4 febbraio derivava appunto dalla 231. Ora la Suprema corte ha assegnato un punto a vantaggio della Roma e disponendo un nuovo esame. «Nel ricorso – ha spiegato l'avvocato della Roma Calcio Bruno Assumma – ho sostenuto che nelle motivazioni di primo e secondo grado c'era un difetto di motivazione a proposito dell'interesse vantaggio della Roma. Una tesi che è stata accolta». Bisognerà ora attendere le motivazioni della Cassazione per capire come finirà la partita.
Nel 2007 l'allora presidente onorario della Roma, Franco Sensi, era stato assolto dall'accusa di illeciti in merito alla posizione di Hidetoshi Nakata, mentre aveva ottenuto la prescrizione per le iscrizioni a bilancio di operazioni riguardanti giovani della Primavera.