Milan tra sceicchi e oligarchi russi. Indiscrezioni, leggende e qualche considerazione economica

Nuova edizione delle periodiche e puntualmente smentite indiscrezioni sulla vendita del Milan. Sui quotidiani sportivi e non si parla di due piste. Secondo la Gazzetta dello Sport Silvio Berlusconi starebbe valutando la possibilità di cedere il 30% del club allo fondo qatariota che possiede già il Paris Saint Germain, con l’obiettivo di ottenere circa 250 milioni di euro. Lo sceicco Al Thani accetterebbe una quota di minoranza (almeno in partenza) del Milan, per avviare collaborazioni con la galassia Fininvest in vista della ristrutturazione di San Siro (sempre che l'Inter traslochi altrove), e soprattutto, di uno sbocco sul mercato tv italiano dell'emittente araba Al Jazeera di cui è proprietario.

Sempre in vista di futuribili sinergie in campo immobiliare, in alternativa agli arabi, potrebbe rivelarsi più interessante, come scrive il Corriere dello Sport, la pista russa. In occasione del recente viaggio di Berlusconi in Russia per il compleanno di Putin, infatti, il patron rossonero avrebbe avuto contatti con il "re dell'alluminio" Oleg Deripaska, amico del presidente russo e uomo tra i più ricchi al mondo. In questo caso, per il 30% delle quote l'offerta sarebbe di 500 milioni di euro.

Russi o sceicchi (senza dimenticare le manifestazioni di interesse attribuite nei mesi scorsi a Gazprom e al fondo sovrano degli Emirati arabi, in virtù della sponsorizzazione di Fly Emirates sulle maglie rossonere) nel futuro del Milan, dunque?

Proviamo a fare un pò di chiarezza. In primo luogo, va detto che l'immissione di capitali stranieri non può magicamente far tornare indietro il tempo e restituire subito ai tifosi i fasti del recente passato. I nuovi capitali servirebbero, piuttosto, ad abbattere i debiti (circa 260 milioni nel 2011) e a rinforzare lo stato patrimoniale della società. Per poter ingaggiare campioni o top player che dir si voglia servono maggiori entrate, perchè solo queste, in base al fair play finanziario, possono "coprire” i costi di gestione. Quindi serve uno stadio di proprietà, serve aumentare i ricavi dei diritti tv all’estero (quelli interni sono già molto alti) e serve incrementare sponsor e incassi legati alla valorizzazione del marchio (anche diversificando le attività).

Quest’anno, attraverso un calciomercato di “dismissioni”, il Milan ha già abbattuto il monte ingaggi a 100 milioni, la metà del fatturato, contro i 190 milioni del 2011. Se in campo i risultati sono deludenti, per ora, questo consentirà di chiudere il bilancio al 31 dicembre 2012 con una decina di milioni di rosso (mentre nel 2011 la perdita è stata di 67 milioni) e se la squadra supererà il primo turno di Champions nel 2013 si potrebbe anche vedere un esito positivo, mettendo il Milan in linea coi parametri finanziari della Uefa. Un bel traguardo.

Sul tavolo dei dirigenti rossoneri ci sono vari fascicoli, c’è stata qualche manifestazione d’intenti, ma non ci sono ancora trattative avviate. La situazione difficile che il mercato dei media sta vivendo ha indubbiamente allontanato la Fininvest dal Milan e, per questo, l’ingresso di nuovi soci è oggi più probabile rispetto a qualche mese fa e la cura dimagrante rende l’azienda Milan (valutata da Forbes quasi 800 milioni di dollari) più appetibile per gli investitori (stranieri e non). A questo punto non resta che attendere gli eventi (che potrebbero anche non essere così lontani).

 

  • m.bel. |

    è evidente che, al di là del caso milan, chi immette liquidità in in un’azienda in difficoltà ha interesse a “comandare” per poter far fruttare il proprio investimento.
    nel caso specifico dell’interessamento del qatar verso il milan, lo sceicco al thani “potrebbe” accettare in linea di massima una posizione minoritaria in cambio di uno sbocco sul mercato televisivo italiano (al jazeera) e per altri aspetti “dovrebbe” in quanto l’Uefa non ammetterebbe un’identica proprietà per due club di prima fascia che competono in champions

  • m.bel. |

    è evidente che, al di là del caso milan, chi immette liquidità in in un’azienda in difficoltà ha interesse a “comandare” per poter far fruttare il proprio investimento.
    nel caso specifico dell’interessamento del qatar verso il milan, lo sceicco al thani “potrebbe” accettare in linea di massima una posizione minoritaria in cambio di uno sbocco sul mercato televisivo italiano (al jazeera) e per altri aspetti “dovrebbe” in quanto l’Uefa non ammetterebbe un’identica proprietà per due club di prima fascia che competono in champions

  • guti |

    sbaglio o era lei che diceva che gli stanieri per investire vogliono commandare quindi minimo 51%.

  • guti |

    sbaglio o era lei che diceva che gli stanieri per investire vogliono commandare quindi minimo 51%.

  • ANTONIO |

    almeno del milan se ne parla di un ricambio !
    Noi interisti abbiamo ancora il nonno vigile in campo (zanetti) e un giovanotto di primo pelo alla presidenza (moratti).
    Amen

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