Doping: la Wada punta a 4 anni di squalifica, ma mancano i fondi per i controlli

 L'agenzia mondiale antidoping (Wada) vuole portare le squalifiche da 2 a 4 anni per gli atleti colpevoli di gravi violazioni. Se il nuovo Codice antidoping  venisse approvato, l'inasprimento delle sanzioni entrerebbe in vigore dal 2015. Attualmente, scatta la squalifica di 2 anni per la prima violazione e la radiazione per la seconda irregolarita. ''C'è il forte desiderio di inasprire le pene. La seconda bozza illustrata a Montreal recepisce quest'orientamento'', ha detto il presidente della Wada, John Fahey. Lo stop di 4 anni non sarebbe automatico: scatterebbe in caso di traffico di sostanza illecite o di uso di anabolizzanti, ormone della crescita e agenti mascheranti. Non è prevista, invece, una norma specifica che impedisca ai dopati di partecipare ai Giochi dopo aver scontato la squalifica. La regola 45 della Carta Olimpica, introdotta nel 2008, vietava le Olimpiadi agli atleti sospesi per almeno 6 mesi. Nel 2011, però, il Tribunale d'arbitrato sportivo ha decretato che tale regola non è conforme al Codice antidoping varato nel 2011. Visto che il documento della Wada non proporrà modifiche in tal  senso, la linea indicata dal Tas non cambierà. ''Se verranno comminate squalifiche di 4 anni, non ci sarà bisogno di modificare la norma del Cio perchè gli atleti condannati salteranno automaticamente le successive Olimpiadi'', fa notare Terence O'Rorke, portavoce della Wada.

Il testo del Codice sara' riesaminato nei prossimi mesi, fino al marzo 2013. Quindi, verrà sottoposto alla Conferenza mondiale antidoping che si riunirà a Johannesburg, in Sudafrica, a novembre del prossimo anno. In quella sede verrà ratificato. In  attesa di scoprire quale sarà il testo definitivo, sono già certe le risorse che l'agenzia avrà a disposizione. Per il secondo anno consecutivo, non ci sarà un aumento dei fondi: nel 2013, si lavorerà con le stesse cifre disponibili nel 2011. La Wada, che riceve circa 28 milioni di dollari ogni anno, sul proprio sito evidenzia che, a causa della crisi economica globale, i rappresentanti dei governi hanno bocciato l'ipotesi di aumentare i contributi. ''Per il secondo anno consecutivo abbiamo un incremento dello zero per cento. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche a livello mondiale, ma questo congelamento non è l'ideale per la lotta al doping. L'uso di sostanze illecite è una questione fondamentale e non
è limitata al mondo dello sport – ha aggiunto Fahey -. Andrebbe affrontata come un problema della società. La Wada ha utilizzato le riserve per coprire i costi operativi degli ultimi 2 anni. Se i fondi resteranno  invariati, l'agenzia sarà costretta a tagliare le sue attività''.