Dopo aver vinto lo scudetto in campo, la Juventus punta a conquistare il titolo del pareggio di bilancio, "forte" dei lauti compensi della Chamopions league. Un traguardo non da poco per una società che nella ricostruzione post Calciopoli (infrastrutturale e sportiva) ha pagato uno scotto economico notevole. Nelle cinque stagioni successive all'anno trascorso in B (la stagione 2006/2007) il club bianconero ha infatti accumulato perdite per 169 milioni di euro (con questa sequenza di risulati netti dal 2008 al 2012: -20,7; +6,5; -10,9; -95,4; -48,6).
Il quinquennio 2007-2012. La crescita della Juventus sul piano sportivo è tanto più apprezzabile in quanto è avvenuta a fronte, e per certi versi a dispetto, di uno sviluppo finanziario limitato dallo scenario economico e normativo italiano. Nei cinque anni che vanno dal 2008 al 2012, in effetti, i ricavi bianconeri sono rimasti sostanzialmente stabili, passando da 203,7 a 213,7 milioni. A parte il picco di 240 milioni della stagione 2008/2009, lo sforzo di far aumentare le voci di entrata legate al botteghino e ai ricavi commerciali è stato vanificato dal passaggio alla vendita collettiva dei diritti tv. Nei tre precedenti all'entrata in vigore della legge Melandri (2010 con effetti contabilizzati dalla stagione 2010/11), la Juve cedendo individualmente i diritti radiotelevisivi incassava circa 140 milioni all'anno. Dal 2011 le entrate da diritti tv sono calate a circa 90 milioni (pur essendo la Juve la società meglio remunerata). Nello stesso arco temporale, dal 2007 al 2012, i costi operativi sono aumentati da 174 a 206 milioni. In particolare, le spese per il personale tesserato sono passate da 112 a 137 milioni. Gli ammortamenti da 32 a 52 milioni. Il costo del lavoro (tra ingaggi e ammortamenti dei cartellini, dunque, è aumenato di 45 milioni).
I conti del 2013. Il risanamento economico del club, come ha rivendicato l'ad Beppe Marotta, è andato di pari passo con il rafforzamento del team. La semestrale al 31 dicembre 2012 ha registrato un utile di 11 milioni. Inoltre, il bilancio consolidato di Exor relativo all'anno solare 2012 mostra per la Juventus una perdita di 2,8 milioni a fronte di una perdita sull'anno solare 2011 di 90,5 milioni. L'esercizio al 30 giugno 2013 si annuncia, perciò, "in netto miglioramento" e dovrebbe far segnare una perdita contenuta (intorno ai 10 milioni). Anche perchè le casse bianconere beneficeranno di altissimi proventi della Champions 2012. Al 31 dicembre 2012 sono stati contabilizzati già 42 milioni di euro. Il market pool più ricco in Italia, del resto, per questa stagione, dovrà essere diviso fra due sole squadre. Il surplus di entrate totale per la Juve potrebbe così arrivare a 50/55 milioni (l'anno scorso il Milan incassò dalla Champions circa 37 milioni) spingendo il fatturato ben oltre la soglia di 250 milioni.
Il futuro prossimo. Lo vittoria dello scudetto alzerà ulteriormente l'asticella dei ricavi, ma non quanto sarebbe necessario per colmare il gap con i big europei. La voce dei ricavi tv legata alla classifica, nonostante i recenti richiami dell'Antitrust, vale il 5% (spostando sul primo posto 4-5 milioni). Nel 2012 i ricavi da botteghino con lo Juventus Stadium sono già triplicati a 32 milioni e quelli commerciali (sponsor e pubblicità) sono saliti in 5 anni da 41 a 53 milioni. Nel 2013 è prevedibile che si apprezzino di un ulteiore 10-15%, anche per via della conquista del palcoscenico internazionale portando complessivamente tra i 10 e i 15 milioni di ricavi aggiuntivi. Rispetto a un disavanzo di partenza di circa 50 milioni (conseguito nel 2012) tutti questi incrementi si tradurranno in un tendenziale pareggio, anche se andrà valutato il peso dei costi per ingaggi, ammortamenti e premi che, come detto, sono in crescita. Ciò significa che nella prossima sessione di calciomercato, se non si vorrà compromettere questo circolo virtuoso economico-sportivo, non si potranno fare spese folli. Derogando al piano industriale si potranno spendere eventualmente tra i 20 e i 30 milioni garantiti dalla Champions league 2013 (fase a gironi) cercando di rispamiare sugli ingaggi che nel 2012 già assorbivano quasi due terzi del fatturato ovvero reinvestendo il ricavato di eventuali cessioni. Saranno questi i dati sul tavolo del confronto fra la dirigenza e il "professionista" Antonio Conte.
Così parlò l'ad Beppe Marotta. Come sembrano confermare le parole di Marotta: "Quando é arrivato Andrea Agnelli c'é stato un rinnovamento totale nella struttura societaria e tecnica, la situazione era da rivitalizzare e il cambiamento ha portato a una rosa che vede solo 4 giocatori della precedente gestione e 20 nuovi. Era una situazione difficile e aver raggiunto l'obiettivo immediatamente l'anno scorso ed essersi confermati quest'anno é straordinario. Non dimentichiamo che siamo partiti da una situazione disagevole, con un bilancio in perdita per 90 milioni di euro e abbiamo anche fatto un lavoro di risanamento economico. Stiamo creando un modello anche dal punto di vista sportivo, siamo l'unica società in Europa che ha un college interno, abbiamo investito molto sul settore giovanile e la speranza é che in prima squadra possano arrivare 4-5 giocatori fissi dal vivaio, anche se é una maturazione lenta".