Serie B: Il salary cap non si applica se i salari sono sotto il 60% del fatturato operativo

Dopo la protesta dell'Associazione Calciatori, la Lega di Serie B rivede la norma che intendeva introdurre il salary cap individuale sui nuovi contratti a partire dal prossimo anno. Le squadre cadette saranno tenute a mettere sotto contratto i propri giocatori con un tetto salariale di 150.000 euro l'anno fisso, più 150.000 variabile in base ai risultati raggiunti, ma potranno sforare questa regola purché il totale degli ingaggi di tutto lo staff non superi il 60% del valore di produzione operativo, ovvero del fatturato senza le plusvalenze e i prestiti onerosi.  Qualora il rapporto tra gli emolumenti e il valore della produzione dovesse superare il 60%, la quota dei nuovi contratti che supererà il tetto massimo di 300.000 euro sarà decurtata dalla quota di mutualità prevista per ogni club.

Le ragioni dell'innovazione sono state spiegate dal presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi: "Credo che con questa rivisitazione della regola non si sia perso qualcosa, niente é stato annacquato, ma si é rafforzato il provvedimento precedente. Quest'anno la serie B ha generato una perdita di 50 milioni e quasi la metà delle nostre squadre ha avuto emolumenti che hanno superato il 60% del fatturato. Per questo abbiamo utilizzato la leva dei salari e della mutualità per risanare la situazione. È una normativa che rafforza il nostro obiettivo cioé quello del risanamento, destinando le risorse provenienti dalla A alla stabilizzazione del sistema. Non impediamo al mercato di investire, ma piuttosto disincentiviamo la generazione di perdite". Contestualmente l'Assemblea ha codificato tutti i parametri che rientrano nella cosiddetta parte variabile degli emolumenti (dal numero di presenza, ai gol realizzati).