La vera impresa è stata quella di ritornare in serie A riducendo i costi per il personale di circa il 30%, da 10,7 a 7,7 milioni di euro. La promozione del Livorno si arricchisce di questo "primato economico", come emerge dal bilancio chiuso al 30 dicembre 2012 (che copre solo metà della stagione 2012/13, ma che non per questo è meno significativo). Questo ha permesso nel 2012 di registrare perdite di gestione per soli 0,6 milioni contro i 2,9 dell'anno precedente.
La società del presidente Aldo Spinelli, in particolare, ha tagliato gli ingaggi da 9,5 a 6,5 e i costi di produzione totali da 18,8 a 14,7 milioni. Il fatturato del club livornese fra il 2011 e il 2012 è sceso da 13,8 a 8,8 milioni per effetto di incassi legati al botteghino per 0,8 milioni (0,5 nel 2011), diritti tv per 0,7 milioni, ricavi commerciali per 1,2 milioni e contributi derivanti dalla mutualità per 4,6 milioni. La differenza sul fronte delle entrate, dunque, l'hanno fatta le plusvalenze da calciomercato pari a 5,5 milioni nel 2011 e 0,5 nel 2012. Il totale dei debiti è di 10,6 milioni contro i 12,7 milioni del 2011. I crediti ammontano invece a 3,6 milioni.