Ancora una volta Massimo Moratti ha dovuto smentire la fumata bianca sulla cessione dell’Inter alla cordata indonesiana guidata da Erik Thohir annunciata intempestivamente dai media. Anche se, al di là delle dichiarazioni di circostanza, l’accordo è vicino e ormai a breve dovrebbe arrivare l’epilogo di questa lunga trattativa (svelata dal Sole 24 Ore lo scorso 30 maggio). Con ogni probabilità anche prima del "mesetto" a cui ha fatto riferimento Moratti.
Appena sbarcato a Linate, di ritorno dal soggiorno parigino, durante il quale negli uffici di Lazard, il patron nerazzurro ha rivisto l’aspirante nuovo proprietario del club e i suoi soci, ha precisato che la riunione «è stata un’occasione per conoscerci leggermente di più, conoscere anche le persone che al limite potrebbero entrate con Thohir nell’eventuale accordo. È servito per una conoscenza più approfondita che per decidere. Non ci sono neanche grossi problemi da risolvere». Tra i compagni di cordata di Thohir ci sarebbero Rosan Roeslani, presidente della Recapital Advisor, e Soetedjo.
Anche se non è ancora del tutto chiaro quale sarà alla fine il bilanciamento fra percentuali, accollo dei debiti e corrispettivi (a Thohir andrà comunque una quota intorno al 70%) è stata già trovata una sostanziale intesa su tutte le questioni più spinose. Ed anche sui ruoli societari i nodi, a sentire sempre Moratti, sono stati sciolti. «I ruoli proprio sono l’ultima cosa al mondo che possa creare dei problemi. Soltanto son complesse queste cose, non sono semplicissime. Basta un piccolo incaglio che può far saltare tutto». Moratti ha poi confermato che la famiglia sarà ancora presente nell’Inter, ma non il suo ruolo di presidente («Non lo so, non è una cosa che abbia pensato in questa situazione. No, non credo»). Sui tempi ha infine aggiunto che «ci vorrà un mesetto se nel mese tutto fila liscio. Si può dire sempre di no da tutte e due le parti. Non ci sono impegni vincolanti». Entro la fine di ottobre comunque dovrà tenersi l’assemblea che dovrà ratificare il deficit di circa 65 milioni del bilancio al 30 giugno 2013 e ricapitalizzare la quota non coperta dal "prestito soci" di circa 40 milioni già effettuato da Moratti la scorsa estate.