I conti dell'Inter, alla vigilia del passaggio di consegne alla cordata indonesiana, sono in netto peggioramento. Dai -77 del bilancio 2011/12 si è passati ai -88 milioni del bilancio al 30 giugno 2013. Una perdita di un terzo più elevata rispetto a quanto fin qui trapelato che, da un lato, dà maggiore chiarezza alle "ragioni" della cessione e, dall'altro, mette il club nerazzurro in una posizione di difficoltà rispetto ai parametri del fair play finanziario (che, tra le altre cose, ammette la ricapitalizzazione di perdite nel biennio 2012/13 per soli 45 milioni).
L'Inter, l'anno scorso, nel bilancio al 30 giugno 2012 aveva un patrimonio netto negativo per 21 milioni (il patrimonio netto al 30 giugno 2012, infatti, risultava composto da un capitale sociale pari ad 40,8 milioni, da riserve per 15 milioni, da cui andava appunto sottratta la perdita di 77).
L’assemblea 2012 aveva disposto così un aumento di capitale per 35 milioni. E una cifra superiore dovrà essere stanziata dall'assemblea che si terrà a fine ottobre (il 27 o il 29) per ripianare gli 88 milioni di perdite accumulate nella stagione 2012/13. L'Inter, nonostante i progressi fatti sul fronte dell'abbattimento del monte ingaggi, quindi sarà il club italiano sorvegliato speciale dagli organi di controllo contabile della Uefa, con tutti i rischi che ne conseguono in termini di esclusione dalle competizioni. La sanzione per l'Inter, visti i piani di risanamento e il nuovo corso, potrebbe essere più blanda (dal richiamo o più probabile una multa, dipenderà anche dalla gravità delle violazioni delle altre squadre sotto inchiesta). Una tegola comunque non da poco per la nuova gestionem che dovrà sottostare al richiamo Uefa e accelerare il piano di rientro per essere conformi alle regole Uefa nel controllo successivo.
L'assemblea di fine ottobre prenderà anche atto della vendita del 70% della società nerazzurra alla cordata indonesiana guidata da Erick Thohir (al quale andrà circa il 30% del club, mentre l'altro 40% sarà suddiviso tra gli altri due soci indonesiani Roesliani e Soetedjo). La maggioranza delle azioni dell'Inter sarà acquisito da una società-veicolo con ogni probabilità di diritto anglosassone (che potrebbe aver sede a Londra o forse negli Usa).
Nelle ultime ore di trattativa si sta definendo anche la governance societaria della nuova Inter, che dovrà essere approvata dall'assemblea. Nel nuovo consiglio di amministrazione, che sarà ridotto a 7 membri, siederanno Massimo e Angelo Mario Moratti e 5 rappresentanti della cordata indonesiana, nel rispetto delle percentuali di partecipazione al capitale azionario. I ruoli di Ceo e Cfo dovrebbero essere affidati a uomini di fiducia della cordata indonesiana (Jason Levien è tuttora in pole position). Massimo Moratti dovrebbe avere il ruolo di presidente di garanzia. La famiglia Moratti, inoltre, dovrebbe restare nell'azionariato per un biennio, salva la possibilità di uscire prima (si stanno limando le clausole relative alle opzioni e ai diritti delle parti su questo delicato aspetto).
Per le firme si sta attendendo che le banche diano la conferma finale di aver ricevuto i pagamenti concordati (250 milioni) e le garanzie. Moratti salderà circa 200 milioni di debiti, liberando il club (e se stesso dalle garanzie personali prestate in questi anni), mentre ha già versato i soldi per chiudere il buco 2013 e rispettare gli obblighi civilistici. Per il resto dovrà partecipare per il 30% alle iniezioni di liquidità che sicuramente si renderanno necessarie nei prossimi mesi (soprattutto per far fronte al calciomercato invernale) a meno che non decida di diluire la sua partecipazione. La nuova era interista è alle porte.