La serie A perde appeal, i top player non sognano più di venire a giocare in Italia. Serve perciò una riforma radicale dell'intero sistema. E' questo il pensiero ribadito dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, intervenuto alla conferenza 'Leaders in Football', organizzata allo Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea. Il n. 1 del club bianconero, già la settimana scorsa in una lettera agli azionisti del club aveva definito Lega Serie A ''immobile in una terra di mezzo''.
''Passiamo gran parte del tempo a discutere su come spendere i soldi, e non su come il calcio italiano dovrebbe svilupparsi a livello internazionale. Il calcio è seguito da metà del paese ed ha perciò la possibilità di fungere da guida nella situazione politica italiana. A questo andrebbe applicato senso di responsabilità. Se guardiamo a quello che la Serie A rappresentava 10, 15 anni fa vediamo che era il campionato in cui i calciatori internazionali sognavano di giocare. Quando studiavo in Inghilterra, qui le partite della Serie A venivano trasmesse e dovunque si andasse si incontrava gente che ne parlava. Del resto, era un'altra epoca, le cose sono cambiate''.
Il calcio italiano, secondo il presidente bianconero che nel pomeriggio è stato intervistato dalla Cnn nel cordo della trasmissione "World Sport", è rimasto indietro rispetto alle altre grandi realtà europee. ''La Premier League di quei tempi non era quella che è oggi. Il calcio tedesco è venuto crescendo negli ultimi 10 anni. C'era un progetto tecnico, hanno lavorato insieme con la federazione ed hanno organizzato il campionato del mondo. La Spagna ha due dei marchi di maggior successo al mondo, Real Madrid e Barcellona. 'La Francia può contare su investimenti esteri. Se dovessi giudicare dal punto di vista di un calciatore, la Serie A non è più il traguardo finale, ma una destinazione di passaggio ("transit destination”). Se ricevessimo un'offerta strepitosa per qualcuno come Pogba, saremmo in grado di trattenerlo? Non lo so. Guardate il Milan, hanno dovuto lasciare partire Ibrahimovic e Thiago Silva. Sì, si può essere un club attraente, ma si deve anche disporre della forza economica per competere''.
Per far ripartitre il sistema è essenziale modernizzare gli stadi, come fatto dalla società bianconera con lo Juventus Stadium. ''Il nostro stadio di prima, il Delle Alpi, poteva contenere 68.000 persone, ma in fondo era una cattedrale nel deserto. Il nuovo campo da gioco, lo Juventus Stadium, ha 41.000 posti a sedere ed è praticamente sempre tutto esaurito. Lo stadio precedente generava entrate per 13 milioni, ora quella cifra ammonta a 40 milioni. Qui allo Stamford Bridge si incassa tra 80 e 90 milioni, e questo è il target che ho in mente quando penso allo Juventus Stadium''.
Agnelli ha poi sottolineato come i club italiani debbano lavorare insieme se vogliono crescere. Posto che hanno già poco spazio per fare scelte innovative ("Around 70 percent of our revenues are intermediated by someone else''). "L'esempio migliore è quello dell'Eca'', ha affermato alludendo all'associazione europea dei club. ''Non si tratta di un one-man show, ma di un sistema collettivo. I venti club dovrebbero avere una strategia comune, perchè insieme siamo più forti. Quello che è stato in grado di fare in cinque anni l'Eca è straordinario, ha creato una forte intesa e dialogato costruttivamente con la Uefa e con la Fifa. E' inoltre una fortuna avere come presidente Karl-Heinz Rumenigge, uno che ha giocato a calcio e che è ora a capo di uno dei club più importanti del mondo''. Agnelli ha perciò escluso che la Juve sia interessata a una nuova formula per le competizioni europee, commentando le frasi del presidente del Galatasaray Unal Aysal, il quale ha rivelato che 15/20 club stanno conducendo studi di fattibilità per un nuovo formato.
Il presidente bianconero ha invece parlato positivamente del fair play finanziario: ''E' certamente un principio nobile. Tutti sarebbero d'accordo nel dire che un club non può spendere risorse che non ha. Io sono a favore del fair play finanziario, è l'unico provvedimento ragionevole per impedire ai club di spendere oltre le proprie possibilità, ma deve essere efficace. Chi spiegherà alle emittenti che alcune squadre sono state escluse dai principali tornei? E' così che verrà mantenuto il prestigio delle competizioni?''.