L'ultimo bilancio dell'era Moratti, chiuso con 79,8 milioni di euro di perdita, a fronte di 77,1 milioni dell'anno precedente, è stato approvato dall'assemblea che ha nominato per un anno lo stesso Moratti presidente e membro del Cda (ridotto da 14 a 3 componenti) assieme a suo figlio Angelomario e Rinaldo Ghelfi.
L'arrivo di Thohir. Il 12 o il 15 novembre si terrà, invece, l'assemblea straordinaria chiamata a ratificare l'accordo con Erick Thohir e gli altri soci indonesiani ed a varare il nuovo cda (che poi nominerà il presidente, Moratti non ha sciolto la riserva in proposito) allargato a 8 membri, con l'ingresso di 5 consiglieri espressione della nuova maggioranza formata, oltre che da Thohir, da Roeslani e Soetedjo.
I conti dell'Inter. Al termine della stagione 2012/13, fanno segnare dunque ancora una pesante perdita. Nel biennio 2012 e 2013 sono state accumulate perdite per 156,9 milioni. Per coprire parzialmente il deficit 2013 Moratti ha versato 11 milioni lo scorso luglio (dopo averne versati circa 95 nel corso della stagione 2012/13) e sono state utilizzate riserve per 38 milioni. Inoltre il capitale sociale è stato eroso di 30,5 milioni e ora è di appena 4,5 milioni. Nella prossima assemblea straodinaria è scontato che di dovrà procedere a un robusto aumento di capitale, anche in vista di gennaio. Senza la partecipazione alla Champions league, il fatturato nerazzurro è sceso da 235 a 201 milioni di euro. Senza le plusvalenze da calciomercato per 33,8 milioni ( di cui 7,7 per Coutinho al Liverpool, 8 per Faraoni all'Udinese e 3,2 per Maicon al City), il fatturato sarebbe stato pari a 167,4 milioni (il fatturato depurato dai 44 milioni di plusvalenze nel 2012 era pari a 191 milioni).
Ricavi e costi. I ricavi della società nerazzurra dipendono per 74,7 milioni dai diritti tv nazionali (80,8 al 30 giugno 2012), 6,7 dai proventi tv dell'Europa league (31,5 dai proventi della Champions 2012), 25,6 milioni dalle sponsorizzazioni (27,7), 2 milioni dalla pubblicità, 19,6 milioni dal botteghino (di cui 9,5 dagli abbonamenti) con un calo di 3,6 milioni rispetto alla stagione precedente. Ci sono poi 7,5 milioni di contributi della Lega legati ai premi della Tim cup e ai ricavi collettivi diversi dai diritti tv. Sul fronte di costi, è continuato il taglio al monte ingaggi, ridotti nel 2013 di 37,6 milioni (dopo il taglio di 25 milioni operato l'anno prima) passando dai 159 milioni del 2012 a 121,3 milioni. In dettaglio, i compensi contrattuali dei giocatori sono diminuiti da 131 a 106 milioni, quelli per gli allenatori da 13 a 5 milioni e i "premi rendimento" da 7,8 a 2,4. Gli ammortamenti ammontano al 30 giugno 2013 a 59,4 milioni (contro i 58,2 del 2012). I costi operativi, dunque, sia pure in calo da 320 a 275 milioni di euro, superano i ricavi di quasi 75 milioni.
L'indebitamento. Sul piano finanziario i dividendi della controllata Inter Brand per 7 milioni e i proventi dalle compartecipazioni ex articolo 102 bis Noif (per la risoluzione delle cosiddette comproprietà) per 4,9 milioni sono stati assorbiti da oneri finanziari per 10,9 (7,6 milioni quelli su debiti verso banche) e oneri da compartecipazione per 5,5 milioni. I debiti iscritti nello stato patrimoniale sono scesi da 458 a 432 milioni (di cui 91,2 milioni verso banche, 73,6 verso fornitori, 117 verso altre società di calcio) a fronte di crediti per 145 milioni. Tra i debiti verso fornitori si segnalano 10,3 milioni di debiti verso la Rai per l'acquisto dell'archivio storico e 35 milioni verso agenti Fifa (ai quali sono andati nella stagione 2012/13 circa 13 milioni di euro). tra quelli relativi agli altri club emergono i 27,3 milioni dovuti al Genoa, i 12 all'Udinese e gli 11,3 al Cesena.