La legge sugli stadi torna in Parlamento e nell’agenda del Governo. Ma si annunciano tempi lunghi

Torna nell'agenda della politica la legge sugli stadi. L'iniziativa, presentata in una conferenza stampa a Montecitorio, vede tra i firmatari esponenti del  Pd, del Pdl, di Scelta civica e del Movimento 5 stelle. Tra i punti i forza, come ha sottolineato il primo firmatario, il deputato del Pd Dario Nardella, le ricadute occupazionali che le nuove norme potrebbero garantire per la realizzazione di nuovi  impianti, la ristrutturazione di quelli esistenti, la gestione delle  attività commerciali e delle strutture ricettive che potrebbero fare  da corollario al progetto di "villaggio dello sport" che è alla base della proposta. Ma soprattutto, le novità riguardano la certezza dei tempi, un terzo in meno rispetto a quanto accade oggi, per la realizzazione delle strutture (meno di un anno dalla presentazione del progetto), dal momento che le opere sono dichiarate "di preminente interesse sociale e nazionale, nonchè di pubblica utilità e indifferibilità", e trattate alla stessa stregua di quanto accade "con gli interventi che si fanno per le calamità naturali", come ha spiegato Filippo Fossati del Pd. Sarà fondamentale anche la partecipazione di capitali privati, attraverso lo strumento del project financing e l'esclusione di qualsiasi opera di edilizia residenziale, per evitare fenomeni speculativi.

L'Italia, sottolineano i firmatari della proposta, ha bisogno di regole nuove per tutta l'impiantistica sportiva, che in alcuni casi fa registrare "situazioni da terzo mondo". Occorre dare risposte concrete "ad un'emergenza di cui gli stadi rappresentano solo la punta dell'iceberg", ha detto Nardella, auspicando un'iniziativa del governo che, tra l'altro, per voce del ministro per gli Affari  regionali Graziano Delrio ha già definito "una priorità" la questione, non escludendo un intervento dell'esecutivo in questo campo. I firmatari della proposta mostrano un certo ottimismo sulla  possibilità che il provvedimento possa essere calendarizzato in tempi brevi per il suo iter parlamentare: "La meta' del 2014 – ha detto Nardella- può rappresentare in questo senso un obiettivo ragionevole  per portare a casa la legge".

"Noi – ha aggiunto Fossati – scommettiamo sull'utilità e sulla sostenibilità ambientale degli impianti sportivi che si potrebbero realizzare", senza dimenticare come questo  percorso possa rappresentare "un investimento redditizio" sia per il pubblico che per il privato. Del resto, il provvedimento prevede che l'imprenditore privato possa essere risarcito in caso di "ingiustificati ritardi" da parte  dell'amministrazione pubblica (comuni e regioni) e che lo Stato possa sostituirsi agli enti locali in caso di "inerzia o superamento" dei termini assegnati per gli adempimenti alle amministrazioni locali. La proposta è stata firmata anche dalla deputata del Pd Laura Coccia,  che chiede di garantire che gli impianti sportivi realizzati o strutturati con questo provvedimento siano in gradi di garantire la  fruibilità delle strutture "per qualunque tipo di disabilità".

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  • Piero |

    Niente paura, nemmeno questa volta verrà approvato alcunchè, solo l’ennesima parata per i soliti politici. Il problema non è la legge sugli stadi, il problema è tutto il sistema economico e finanziario che ha bisogno di tempi certi per un investimento di decine o centinaia di milioni. Penso ai centri commerciali, ai grandi distributori di mobili, alle grandi piattaforme logistiche, ai porti, alle autostrade, a imprese di ogni genere. Gli investitori intanto scappano in Polonia, Serbia, Armenia, Botswana, Burkina Faso e Marte.
    Comunque mi auguro e invito i presidenti delle squadre sportive italiane a non fare entrare più nessun politico e loro amici e parenti gratuitamente allo stadio/palazzetti, hanno dimostrato ampiamente di non meritarselo.

  • Piero |

    Niente paura, nemmeno questa volta verrà approvato alcunchè, solo l’ennesima parata per i soliti politici. Il problema non è la legge sugli stadi, il problema è tutto il sistema economico e finanziario che ha bisogno di tempi certi per un investimento di decine o centinaia di milioni. Penso ai centri commerciali, ai grandi distributori di mobili, alle grandi piattaforme logistiche, ai porti, alle autostrade, a imprese di ogni genere. Gli investitori intanto scappano in Polonia, Serbia, Armenia, Botswana, Burkina Faso e Marte.
    Comunque mi auguro e invito i presidenti delle squadre sportive italiane a non fare entrare più nessun politico e loro amici e parenti gratuitamente allo stadio/palazzetti, hanno dimostrato ampiamente di non meritarselo.

  • Piero |

    Niente paura, nemmeno questa volta verrà approvato alcunchè, solo l’ennesima parata per i soliti politici. Il problema non è la legge sugli stadi, il problema è tutto il sistema economico e finanziario che ha bisogno di tempi certi per un investimento di decine o centinaia di milioni. Penso ai centri commerciali, ai grandi distributori di mobili, alle grandi piattaforme logistiche, ai porti, alle autostrade, a imprese di ogni genere. Gli investitori intanto scappano in Polonia, Serbia, Armenia, Botswana, Burkina Faso e Marte.
    Comunque mi auguro e invito i presidenti delle squadre sportive italiane a non fare entrare più nessun politico e loro amici e parenti gratuitamente allo stadio/palazzetti, hanno dimostrato ampiamente di non meritarselo.

  • Alice - redazione Sport Industry |

    Si parla della Legge sugli Stadi da tanto di quel tempo che ormai non siamo più credibili, soprattutto nei confronti di potenziali investitori dall’estero. Non dico che la Legge sia la soluzione a tutti i nostri problemi, ma almeno darebbe un segnale forte, darebbe (almeno) l’impressione di stare facendo qualcosa per il rilancio di questo settore.

  • Alice - redazione Sport Industry |

    Si parla della Legge sugli Stadi da tanto di quel tempo che ormai non siamo più credibili, soprattutto nei confronti di potenziali investitori dall’estero. Non dico che la Legge sia la soluzione a tutti i nostri problemi, ma almeno darebbe un segnale forte, darebbe (almeno) l’impressione di stare facendo qualcosa per il rilancio di questo settore.

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