Il giro d’affari del calciomercato a livello mondiale continua a crescere: nel 2013 si è arrivati a 2,7 miliardi di euro, +41% rispetto al 2012, quando il valore dei trasferimenti si era fermato a 1,9 miliardi. Tra il gennaio 2013 e la sessione estiva dell’attuale stagione, sono stati censiti dal Transfer Matching System (TMS), la banca dati della Fifa che dal 1° ottobre 2010 deve essere utilizzata dai club di tutto il mondo per i passaggi internazionali di giocatori professionisti, sono stati conclusi 12.309 contratti (+4,4% rispetto al 2012).
Asse Brasile-Portogallo. La crescita è stata trainata dai club del Veccho Continente (che hanno sostenuto il 90% delle spese per le campagne trasferimenti), anche se in assoluto è stato il Brasile a far registrare il maggior numero di acquisti e cessioni (1.402 in assoluto, con 1.558 giocatori carioca coinvolti dagli scambi), in particolare sull’asse con il Portogallo. Ma nel 2013 si è avuto anche un incremento delle transazioni per i club africani (+10%), nordamericani (9%) e asiatici (+3%). Del resto, se l’Africa si conferma un continente “esportatore” di atleti, i paesi nordamericani e asiatici sono sempre importatori per lo sviluppo dei tornei locali. Anche i Paesi del Golfo stanno diventando players significativi nel mercato internazionale. Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia saudita sono tra i primi dieci paesi per spese di trasferimento (80 milioni di euro).
La Grecia compra e la Spagna "risparmia". Tra le curiosità che emergono dal Global Market Transfer 2014 della Fifa, alla luce della situazione economica del Paese, c’è il fatto che la Grecia è il campionato che ha fatto registrare la crescita più elevata (57%) negli acquisti dall’estero (con una spesa di 11 miloni di dollari). Acquisti effettuati in Spagna, che non a caso è il paese che ha incassato di più dal calciomercato con circa 415 milioni di euro. A parte la clamorosa operazione che ha portato il gallese Gareth Bale dal Tottenham al Real Madrid per 100 milioni di euro, i club della Liga hanno infatti prevalentemente venduto all’estero i propri talenti. Il piano di rientro dall’indebitamento delle società calcistiche (oltre tre miliardi di euro, di cui poco meno un terzo verso il Fisco) imposto dal Coni spagnolo la scorsa primavera punta, tra le altre cose, proprio sull’esportazione dei calciatori. Gli effetti positivi si iniziano a intravvedere in quando il debito complessivo con il Fisco di Madrid è diminuito di circa 15o milioni.
Il dominio della Premier. Chi ha speso invece di più? Ovviamente la Premier league. Il torneo britannico è il più ricco al mondo e quest’anno potrebbe superare i 4 miliardi di euro di fatturato. Con circa 670 milioni di euro di affri conclusi nel 2013 ha contribuito da solo al 25% del calciomercato mondiale. La Serie A è al secondo posto con una spesa di 475 milioni (+120% rispetto al 2012) davanti alla Francia (420 milioni). L’Italia però è anche il paese che ha incassato di più (436 milioni, +140%) dopo la Spagna per via dei tanti campioni che sono “emigrati” (da Cavani a Lamela). Tra i campionati che hanno ceduto di più all’estero ci sono poi Potrogallo (323 milioni) e Brasile (312 milioni).
Procuratori: commissioni su del 30%. Alla crescita dei prezzi dei trasferimenti ha contribuito anche il maggior peso assunto dalla parte variabile legata al raggiungimento di determinati traguardi come i goal, le persenze o la qualificazione in Champions, e che vale ormai 525 milioni (il 14% del totale). Una quota che è aumentata del 73% rispetto alle contrattazioni del 2012. Sono salite del 30%, infine, le commissioni versate dai club agli intermediari: nel 2013 sono arrivate a quota 216 milioni di dollari. Da questa cifra, peraltro, sono escluse le commissioni degli intermediari che rappresentano gli atleti e che potrebbero valere una somma analoga.