La Doyen Sports, fondo di investimenti “principe” che finanzia trasferimenti di giocatori professionisti, ha annunciato la propria intenzione di espandersi nella Premier League. Nelio Lucas, presidente della del Doyen Group, ha riferito all’agenzia di stampa Bloomberg che il fondo londinese starebbe pianificando un investimento da duecento milioni di euro, senza però fare i nomi degli imprenditori che sarebbero dietro questo progetto.
Prestiti ai club per gli acquisti. La pratica della Doyen consiste nel finanziare le società in modo che possano acquistare i giocatori, con rimborsi previsti entro tre anni. Le squadre possono così mantenere i giocatori e ripagare il debito, o in alternativa venderli e restituire i soldi del prestito oltre ad una percentuale dei ricavi dalla cessione. Nelio Lucas ha negato possibili violazioni dei regolamenti della Premier League inglese a causa delle partecipazioni detenute dalla Doyen sui diritti economici dei calciatori: “Possiamo operare con questo modello in Premier League e stiamo preparando una versione di questo nostro modello per il Regno Unito. C’è sempre un grosso gap tra le big e le altre società, sono certo che la Premier League ci veda di buon occhio”.
La Premier prende le distanze. I dirigenti della Premier League hanno rifiutato di commentare i piani della Doyen, ma hanno ribadito la presenza di norme che vietano la proprietà dei cartellini dei giocatori da parte di terzi (le cosiddette Tpo). Nick Noble, portavoce della Premier League, al riguardo ha definito “minacciosa” questa pratica: “Crediamo che questa pratica minacci l’integrità delle competizioni, riduca il flusso dei ricavi provenienti dai trasferimenti e abbia il potenziale per esercitare un’influenza esterna sulle decisioni dei giocatori”.
Comproprietà con terzi, fenomeno in crescita. La Doyen ha già siglato accordi con altre squadre di calcio al di fuori della Premier League, tra cui il Santos. Nel 2011, lo stesso fondo londinese è stato coinvolto nel trasferimento di Radamel Falcao dal Porto all’Atletico Madrid per una cifra di 40 milioni di euro, nonostante l’ingente debito sulle spalle del club madrileno. La proprietà di terze parti, fenomeno nato in Sud America, e dopo il Portgallo, si è diffusa in dieci nazioni dell’Est Europeo, dove gli investitori detengono circa il 40% del valore di mercato dei giocatori, e sta prendendo piede in Spagna e Paesi Bassi. La Uefa vuole vietare questa pratica, mentre la Fifa ne discuterà a giugno al Congresso di San Paolo.