L’Alta Corte di Giustizia Sportiva ha respinto il ricorso presentato dal Parma contro la FIGC per il provvedimento di diniego della Licenza Uefa per la stagione 2014/15. Per la società emiliana resta la possibilità di appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. La sentenza, arrivata nel pomeriggio di oggi dopo che l’Alta Corte del Coni aveva fatto slittare la decisione prevista nella giornata di ieri, toglie dunque l’Europa al Parma, giunto sesto in campionato e piazzatosi nell’ultimo posto utile per la partecipazione all’Europa League. Il club emiliano aveva presentato ricorso in quanto “l’elargizione di somme a dieci calciatori nei mesi di ottobre e novembre 2013 non avrebbe carattere di anticipo retributivo ma di mera anticipazione finanziaria” (come cita il testo emesso dallo stesso Coni). Su tali somme, secondo il Parma, non avrebbe dovuto essere versata la ritenuta Irpef di circa 300mila euro entro il 30 marzo, termine che non poteva ritenersi perentorio. La rappresentazione formale di tali pagamenti, sempre secondo il club, è stata erronea e lo studio di consulenza a cui ha fatto riferimento ha per iscritto ammesso l’errore, per il quale si è tempestivamente ottemperato prima del 30 giugno.
L’Alta Corte, nella sua sentenza, non nega la contraddittorietà degli atti. Tuttavia, la vicenda viene inquadrata nell’ambito delle regole dettate dalla UEFA per ciò che riguarda la disciplina delle ammissioni ad un torneo sovranazionale. I criteri UEFA sono oggettivi ed una sola carenza o ritardo hanno come automatica conseguenza il diniego alla concessione della Licenza. Questo diniego non è una sanzione, ma ha effetto automatico: dunque, nonostante la scusabilità del Parma per gli errori commessi sulla configurazione formale e documentale dei pagamenti, oltre che sulla perentorietà del termine, la Licenza UEFA non può essere concessa.
A inguaiare il club ducale dunque è stato il mancato pagamento entro il termine del 31 marzo di circa 300 mila euro di Irpef e visto che «i pagamenti effettuati con i cedolini di novembre e dicembre 2013 – spiega l’Alta Corte – sono stati obiettivamente configurati come anticipi sui pagamenti di somme contrattualmente dovute, e non come prestiti finanziari», se ne deduce che quando «il Parma ha effettuato e documentato detti pagamenti, essa ha accantonato un ammontare corrispondente alla ritenuta fiscale. Ciò ha determinato, in capo alla società, l’obbligo di versare entro trenta giorni dall’accantonamento gli importi trattenuti. Il che, pacificamente, non é avvenuto». Al Parma resta la consolazione della chiosa dell’Alta Corte sulla «forte – e non risolvibile dall’Alta Corte – incongruità ed ingiustizia delle conseguenze applicative del paragrafo 14.7», secondo cui il Parma non avrebbe avuto modo di accorgersi dei mancati pagamenti se non dopo il 9 maggio, quando la prima Commissione Figc negò la licenza proprio per quel buco fiscale. Il che, secondo la Corte é «in conflitto con ogni ragionevole principio di difesa di un diritto dinanzi alla pretesa di una autorità terza».
Tuttavia, la Corte presieduta da Frattini non può non rilevare come «tale effetto di concreta ed ingiustificata disparità di trattamento deriva da una disposizione del Manuale Uefa, normativa sovranazionale applicabile come “legge di gara” in tale esclusivo ambito, e che rispetto a tale disposizione non é dato all’Alta Corte il potere di annullamento o di modifica, ed é pure precluso il
sindacato di costituzionalità – ammesso che l’Alta Corte abbia il potere di sollevare la questione – non rientrando il Manuale tra le disposizioni per cui é ipotizzabile nell’ordinamento italiano tale sindacato». Resta l’amarezza del patron, Tommaso Ghirardi, che durante la sua deposizione spontanea davanti all’Alta Corte aveva chiesto in modo pacato giustizia sul campo: «Sto leggendo la sentenza, per me il calcio finisce oggi. Vadano avanti da soli», ha sbottato il patron gialloblu a Sportmediaset. «Sono molto amareggiato da questo sistema sportivo e ancora di più da questa sentenza – ha poi aggiunto il presidente del Parma attraverso le pagine del sito ufficiale del club -. Stavolta l’hanno combinata grossa. Forse sono riusciti a farmi abbandonare il mondo del calcio». Gli avvocati del Parma però sono già al lavoro e non va escluso un ultimo, disperato, tentativo al Tas di Losanna. Entro domani però la
Figc dovrà comunicare alla Uefa le sei squadre che giocheranno in Europa.