L’Italia “vanta” ancora il maggior numero di squadre di calcio professionistiche tra le principali leghe europee. Ciò nonostante la cura dimagrante dovuta alla crisi economica che ne ha falcidiate nelle ultime stagioni più di una cinquantina tra fallimenti e accorpamenti. La “densità” di club professionistici, cui si aggiungono oltre 10mila realtà dilettantistiche, frutto tra le altre cose della storia comunale e del campanilismo italico, non è però più compatibile con il sistema produttivo della Penisola, che non può più permettersi un così elevato numero di compagini. Ecco perchè, dopo la Lega Pro che ha tagliato il numero delle partecipanti riunendole in un campionato unico da tre gironi, le altre due leghe professionistiche stanno valutando analoghe soluzioni.
Italia. La riforma dei campionati è uno dei passaggi chiave del programma di Carlo Tavecchio. Il neo presidente della Figc punta nell’arco di un triennio a far scendere il numero delle squadre partecipanti ai tre campionati professionistici. Con la ristrutturazione della Lega Pro il numero delle squadre professionistiche è diminuito a 102 (20 in Serie A, 22 in Serie B, 60 in Lega Pro). L’apice si è avuto nella stagione 2003/04, quando in virtù del caso Catania venne allargata la Serie B a 24 squadre, aprendo così alla riforma che ha portato alle attuali 20 squadre in A e 22 in B. Il totale delle società professionistiche presenti in Italia ha raggiunto la cifra record di 132: 18 in Serie A, 24 in Serie B, 36 in Serie C1 e 54 in Serie C2. Un record a livello mondiale, in quanto veniva superate questa speciale classifica anche il calcio russo (111 società professionistiche suddivise in 3 diversi livelli gerarchici) e quello brasiliano (101 club, distribuiti in 4 livelli professionistici). L’obiettivo, con la proposta per la nuova riforma dei campionati, è ora quello di riportare la massima serie a 18 squadre, con la Serie B a 20, senza però “intasare” la Lega Pro, che ha adottato in questa stagione il nuovo modello dei tre gironi a 20 squadre.
Inghilterra. I campionati professionistici sono quattro, come in Italia fino all’unificazione delle due divisioni di Lega Pro avvenuta in questa stagione. La Premier League è alla punta della struttura piramidale, seguita dai tre tornei della Football League: la Championship, la Football League One e la Football League Two, ultimo torneo professionistico. Il totale delle squadre professionistiche in Inghilterra è di 92 club: 20 partecipanti alla Premier League, poi 24 a testa per le tre divisioni della Football League. Nella proposta di revisione del sistema calcistico inglese, in modo da dare spazio ai “reserve team”, è prevista la creazione di una quarta serie professionistica all’interno della Football League nella stagione 2016/17.
Germania. Alla sua istituzione, nel 1962, la Bundesliga era l’unico campionato professionistico tedesco, a cui venne aggiunta al Regionalliga come secondo livello calcistico, costituito da realtà semi-professionistiche. Questa suddivisione ha rappresentato per anni un vero e proprio salto nel vuoto per le squadre retrocesse dalla massima serie tedesca, che sono andate incontro a fallimenti e a scandali finanziari per evitare di sparire. Per questo motivo venne introdotta negli anni ’70 la Zweite Bundesliga, dapprima divisa in due gironi, poi unificata nel 1981. Nel 2008 venne introdotta la terza divisione professionistica da inserire al posto della Regionalliga, la Dritte Bundesliga. Ad oggi, le squadre professionistiche in Germania sono 56: 18 nella Bundesliga e nella Zweite Liga, 20 nella Dritte Liga.
Spagna e Francia. I campionati gestiti dalla Liga de Futbol Professional sono due, la Primera Division e la Segunda Division. Dalla terza serie (la Segunda Division B) in poi, la gestione è affidata alla RFEF, la Federcalcio spagnola. Sono dunque soltanto due i campionati spagnoli professionistici, con 20 squadre in Primera e 22 squadre in Segunda. Due sole serie professionistiche anche in Francia, dove sotto l’egida della LFP troviamo la Ligue 1 e la Ligue 2, per un totale di 40 squadre professionistiche. La terza divisione, dal 1993 chiamata National, presenta squadre semiprofessionistiche ed è il massimo livello a cui possono prendere parte sia le squadre dilettanti che le squadre riserve. Le società retrocesse dalla Ligue 2, dunque professioniste, possono mantenere tale status per due anni (salvo deroghe).