Il governo spagnolo esige ai club dI calcio di “aggiornare” la propria posizione e saldare i debiti col Fisco e l’Agenzia Tributaria, alla quale devono 500 milioni di euro, 200 in meno che all’inizio dell’attuale legislatura, nel 2011. “Abbiamo detto alle società di calcio che, come qualunque tipo di attività, perché sono aziende, non possono finanziarsi a costo degli spagnoli”, ha detto oggi il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, in dichiarazioni radiofoniche a Onda Zero. “A me piace il calcio, ci vende illusioni, ma questo non significa che debbano finanziarlo tutti gli spagnoli”, ha aggiunto il ministro, nel sottolineare che le società calcio “non possono vivere di rinvii e devono affrontare i pagamenti che corrispondono loro negli accordi sottoscritti con l’Agenzia Tributaria”.
Il debito fiscale ammonta esattamente a 542 milioni di euro alla fine di agosto rispetto ai 667 milioni della stagione precedente. La riduzione nell’ultimo anno è stata di 99 milioni di euro (15%) e non, come sostiene la Liga calcio, di 165 milioni, pari al 25%. I club nicchiano e dicono che i conti non tornano, al punto che una settimana fa il presidente della Liga professionale (LPF), Javier Tebas, ha accusato la direttrice generale delle riscossioni del Fisco, Soledad Garcia, di “volere la liquidazione dei club’, con la pretesa del dovuto. E faceva l’esempio del Murcia, scivolato in seconda divisione, a suo dire a causa della mancata certificazione dell’Agenzia Tributaria di solvenza del suo debito.
L’attuale governo del Partido Popular ha centralizzato la riscossione dei tributi e ha presentato il conto alle società con la legge di “lotta contro la frode in materia di rateizzazione e frazionamento delle ritenute” del 2012, entrata in vigore nel gennaio scorso. Una normativa che considera non rinviabili i pagamenti delle trattenute sui redditi da lavoro. Vale a dire che per i club di calcio è finita la pacchia della quale hanno goduto per anni di non pagare al fisco l’Irpef trattenuta sugli stipendi dei calciatori, ma utilizzarla per le attività delle società, ingaggi e salari milionari inclusi.
Secondo uno studio di KPHG per la UEFA, nella stagione 2010-2011 i debiti del calcio spagnolo ammontavano a 1,2 miliardi per Real Madrid e Barcellona; 2,2 miliardi per gli altri 16 club prima divisione. Sarebbero 660 i milioni per il club Blanco, 548 per quello Blaugrana, ma i due grandi di Spagna si salvano grazie a fatturati in aumento e le entrate dei diritti tv. Col solo fisco spagnolo, il debito totale dei club iberici, secondo lo studio, è di 670 milioni di euro, che dovranno essere ammortizzati entro il 2020.
Per poter riscuotere, il Fisco – come confermano fonti ministeriali – vigila e confisca qualunque pagamento rilevante ottenuto dalle società, incluso entrate dei ticket, diritti televisivi e pubblicità. Ed è per questo, non per la “volontà” mostrata dai club di mettere mano ai cordoni della borsa – nonostante le rateizzazioni e i rinvii ottenuti dall’Agenzia Tributaria – che le casse dello Stato hanno ridotto il debito attestato ai 752 milioni di euro nel gennaio 2012.