Il Parma passa di mano, ma resta un mistero chi siano i veri proprietari. Il club è da oggi della cipriota Dastraso Holding Limited, società al 60% di proprietà cipriota e per 40% russa e impegnata nel business dell’estrazione petrolifera. I nomi degli azionisti però non ci sono. A sancire il passaggio è stato questa sera l’avvocato Fabio Giordano, nominato presidente tecnico per i prossimo tre mesi, e il direttore generale Pietro Leonardi, che resta in seno alla dirigenza del club. Per il resto più nulla. “Non c’è nessuna spy story – ha provato a spiegare il neopresidente crociato -. Gli azionisti sono tutte persone conosciute. In questa operazione io ho fatto il legale e non il lobbista o il fiduciario di qualcuno. La mia figura è stata scelta sia da Tommaso Ghirardi che dalla holding straniera perché da tempo mi occupo di questo settore e in particolare di ristrutturazioni societarie. La holding? Fa due miliardi di fatturato. Vi basta questo dato?”. Giordano, 36 anni, avvocato romano, per ora farà insomma da garante per chi dovrà salvare la barca crociata sia dal punto di vista economico che sportivo, ma sui nomi degli acquirenti nebbia fitta. “Ho firmato un patto di riservatezza – ha risposto – Non sono comunque personaggi fantomatici, ma per evitare una denuncia al consiglio dell’ordine non posso renderli noti. Questa comunque è una società di Cipro non inserita in black-list e tutte le operazioni vengono fatte in una banca straniera affidabile”. I nomi degli azionisti sarebbero stati comunque depositati nell’atto di cessione del club dal notaio perché “è un obbligo della legge italiana contro il riciclaggio, ma siccome sono gente seria non vogliono per ora apparire. Qui c’è una chiarezza massima”. Fra i nomi più gettonati quello del magnate albanese Rezart Taci. “Avevo costituito con lui una società per il trading in Italia di prodotti petroliferi – ha spiegato Giordano -. I legami con lui ci sono e lo stimo, ma in questa operazione non mi sento di dire che è un azionista”. Doca però è stato un braccio destro di Taci ed è stato, per un giorno, presidente del club: “E alla fine è stato un po’ spaventato da tutti voi ed ha fatto un passo indietro – ha replicato il neopresidente -. Questa situazione ha comportato delle difficoltà per noi, ma l’accordo era già stato definito ed io ho dovuto fare carriera in maniera veloce, così per tre mesi farò il presidente tecnico, poi subentreranno gli azionisti. Ripeto, mi hanno assicurato che entro fine gennaio, primi di marzo, avranno tutto l’interesse a farsi conoscere perché il calcio per loro è un ottimo biglietto da visita per altre attività in Italia”. Prossimo passaggio, il rinnovo del cda che porterà anche le liquidità necessarie a fare uscire la società dal grave dissesto finanziario. “Nessuno al mondo mette i soldi in una società dove non è azionista”, ha detto Giordano: “Non metterò mai delle fideiussioni quando non sono stati fissati il cambio del cda, che è stato indicato, se non sbaglio, per il 27 dicembre. Molti nomi del nuovo cda sono stati scelti da me perché mi devono confortare in questa avventura: stimati professori universitari, noti fiscalisti, tutti italiani. Manca solo la loro nomina”. In mezzo a tutte queste incognite, la squadra è sempre più sola in coda alla classifica. “La volontà nostra è di riuscire a rimanere in serie A – assicura il neo presidente -. Ci sono però grosse difficoltà rispetto allo stato patrimoniale della società, siamo consapevoli di quanto ci è stato consegnato”. Al suo fianco Leonardi che, ha spiegato il neo presidente, “conosco da questa estate e non nascondo che ci ha fatto la corte”. Leonardi ha ribadito di essere stato pronto a mettersi da parte “se ci fosse stata la necessità. Prendo tutte le mie responsabilità dal punto di vista tecnico perché se siamo ultimi in classifica ho delle responsabilità. Sino all’ultimo respiro lotteremo. A fine stagione poi faremo il bilancio e decideremo assieme cosa fare. Io comunque darò tutto me stesso per questa causa”.
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