Brescia, Varese e Monza: in Lombardia l’epicentro della crisi del calcio italiano

La Lega Pro 2015/16, classifiche alla mano, rischia di perdere per strada tre squadre, due candidate alla retrocessione dalla Serie B e una attualmente in zona playout nella terza divisione professionistica del calcio italiano. Le situazioni economiche di Brescia, Varese e Monza, rispecchiate dalle penalizzazioni inflitte nella classifica di quest’anno per inadempienze Covisoc e per irregolarità nei pagamenti, continuano a destare preoccupazione per quel che sarà il futuro di queste tre società. In tutti e tre i casi si arriva da recenti scossoni societari, con cambi di proprietà dovuti proprio alle difficili condizioni economiche. Tre cambi di rotta che, al momento, non sembrano aver avuto effetto, con le tre società lombarde ancora sull’orlo del fallimento.

La grave crisi economica del Brescia esplode al termine della stagione 2013/14, quando il club guidato da Luigi Corioni rischia di non iscriversi alla stagione successiva in Serie B. Le trattative per cedere il pacchetto azionario della società o per trovare un nuovo socio (fra tutte quella col businessman pakistano Kadir Sheikh) non danno alcun esito positivo, frenate dalle bocciature di Ubi Banca, sponsor e principale creditore del Brescia Calcio. La stessa Ubi Banca, nel mese di luglio, ha di fatto posto il club in amministrazione controllata, concedendo un prestito di quattro milioni di euro per coprire l’iscrizione e saldare gli stipendi arretrati, chiedendo come garanzia le dimissioni di Corioni. Il Brescia, che di fatto non ha cambiato proprietario, è attualmente gestito la Luigi Ragazzoni, già presidente del collegio sindacale.

A Varese il cambio di proprietà c’è stato, ma rischia di durare soltanto un mese. L’esperienza di Pierpaolo Cassarà alla guida del club lombardo sta per giungere alla fine, tra problemi irrisolti e contestazione della tifoseria, sfociata negli atti vandalici allo stadio Franco Ossola. Nonostante il ribaltone societario, non c’è stato modo per saldare gli emolumenti dei calciatori nemmeno nell’ultimo bimestre, motivo per cui il nuovo presidente potrebbe trovarsi a lasciare sin da subito il club. Il vicepresidente Silvio Papini e il d.g. Giuseppe D’Aniello sarebbero già in cerca di nuovi investitori per salvare il club e ristrutturare il debito. Tra i progetti in ballo anche quello del nuovo stadio, pianificato già con la piattaforma B Futura.

Il caos societario all’interno del Monza Calcio ha portato a due cambi di proprietà nel giro di un mese. La cordata rappresentata da Pietro Montaquila, con alle spalle l’investitore Paolo Di Stanislao, ha rilevato il club monzese dall’imprenditore irlandese Dennis Patrick Bingham. Il tutto con una situazione economica tutt’altro che rosea, avendo sulle spalle debiti per quasi tre milioni di euro e una penalizzazione di sei punti in classifica per il mancato pagamento degli stipendi. Il 26 maggio è in programma l’udienza al Tribunale fallimentare che potrebbe segnare la fine del calcio professionistico a Monza, in attesa di capire se ci sia qualche cordata disposta a rilevare il titolo sportivo ad un’eventuale asta.

  • GS |

    Il paragrafo bresciano non mi sembra aggiornato..

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  • agostino ghiglione |

    Si sono divisi per anni sulla denominazione del loro formaggio di riferimento.Poi si sono messi d’accordo.Sotto il Po si chiama “Parmigiano Reggiano”.Sopra il Po “Grana Padano”.
    Sulla stessa linea di demarcazione,cioè il Fiume Po, notiamo che sopra le cose vanno male Brescia,Varese,Monza oggi; ieri Cremonese e Mantova.Sotto le cose vanno meglio.Per il Parma che scende, per cui non ci sono più parole da spendere, ci godiamo un Carpi delle meraviglie ed un Bologna “americano” che può ritornare in Serie A dove farà compagnia al Sassuolo.Manca solo il Brescello che proprio è al confine inferiore del Po in vicinanza di Gualtieri(patria del pittore naif Ligabue)per farci ritornare alle passioni descritte da Guareschi:Don Camillo e Peppone.Gagliarda per il primo e Dinamo per il secondo le due squadre che si giocano l’onore in una partita di pallone in cui tutti e due(Don Camillo e Peppone) si sono comprati l’arbitro!E sarebbe un tornare indietro niente male tra culatelli,cotechini, zamponi ma oggi anche con industrie fortemente tecnologiche del polo biomedicale.E Lotito che si lagnerà perchè non potranno essere venduti gli abbonamenti del calcio in TV.Proprio ora che passano da Sky a Mediaset.Averli venduti anni fa è stato l’errore che ha fatto precipitare il nostro calcio al livello in cui si trova, come dimostrato dalla partita Juventus-Lazio di sabato sera,che è stato il sigillo della nostra povertà.Di calcio,ovviamente!

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