La Lazio di Claudio Lotito fa goal con lo Ias 18. Interpretando, in modo innovativo il principio contabile internazionale adottato dalle società quotate in Borsa, il club biancoceleste nel bilancio al 30 giugno 2015, ha contabilizzato tra gli introiti della scorsa stagione i ricavi derivanti dalla partecipazione alle competizioni internazionali di quest’anno. Parliamo di 20,9 milioni che hanno consentito di ottenere un utile di 5,8 milioni, anziché una perdita di 15,1 milioni. L’anomalia è stata notata anche dalla Consob che ha chiesto chiarimenti puntualmente forniti dalla società.
In particolare, la Lazio ha spiegato che sono state anticipate entrate pari a 3 milioni per l’eliminazione dai play-off della Champions League, 11 milioni quale quota di market-pool spettante per la partecipazione al preliminare della Champions, 2,4 milioni per aver conseguito il diritto di accedere ai gruppi di Europa League e 4,59 milioni quale quota spettante alla società del primo 50% del market pool dell’Europa League attribuito ai tre team italiani.
Da questa stagione in effetti a chi viene eliminato nel preliminare di Champions, dato l’incremento del montepremi generale della competizione, viene assegnato un bonus consistente, che compensa i danni economici dell’eliminazione. Il Napoli, ad esempio, sconfitto dall’Atletico Bilbao nel preliminare di due stagioni fa, non ha potuto beneficiare di questo premio di consolazione.
La scelta contabile è stata spiegata dalla Lazio appellandosi allo Ias 18, “in quanto la società ha maturato definitivamente, alla data del 30 giugno 2015, un diritto a ricevere somme per il solo fatto di essere stata ammessa alle competizioni europee, diritto che non è condizionato, né correlato all’esito delle partite che si svolgeranno nell’ambito delle competizioni europee 2015-2016, bensì ai risultati conseguiti nel campionato domestico 2014/2015″. Inoltre, aggiunge il club di Lotito, “tenuto conto del principio della correlazione tra costi e ricavi definito dallo Ias 18, la società ha puntualmente iscritto anche gli oneri rivenienti dai bonus riconosciuti ai calciatori per i risultati di piazzamento e qualificazione alle competizioni europee”. Nel bilancio 2015 sono iscritti costi per il personale collegati ai risultati per 6,6 milioni rispetto ai 3,5 della stagione precedente. Si può dunque presumere che i premi siano pari a 3 milioni. Ma questi stessi sono maturati effettivamente prima del 30 giugno 2015.
Lo Ias 18 attiene, in sostanza, alla rilevazione in bilancio dei ricavi secondo il fair value purchè la loro stima sia possibile e soprattutto attendibile. Se consideriamo la partecipazione alle competizioni Uefa come una prestazione di servizi in cambio dei quali vengono riconosciuti al club premi per i risultati sportivi e market pool (percentuale dei diritti tv riferibili al paese cui la squadra appartiene), occorre dire che generalmente, quando la prestazione include un numero indeterminato di azioni (match) da svolgere in un determinato periodo di tempo (stagione 2015/16), i ricavi sono rilevati man mano che si realizzano e che dunque i “servizi” vengono resi. Almeno questa è la modalità con cui Juventus e Roma (società quotate) contabilizzano i ricavi europei ed è la stessa adottata da tutti gli altri club del Vecchio Continente.
Secondo la Lazio, invece, siccome quei ricavi sono “certi” e non sono condizionati a nulla, in particolare ai risultati e al numero dei match da disputare, possono essere contabilizzati quando sono maturati e cioè nella stagione 2014/15, quando cioè il club si è assicurata la qualificazione alla Champions con il terzo posto in campionato (salvo poi perdere il preliminare giocato contro il Bayer Leverkusen).
Per una questione di omogeneità tuttavia la Consob e gli organi di controllo contabile della Uefa devono ora stabilire se si tratta di un metodo accettabile e se dunque finora hanno sbagliato tutti gli altri oppure se la Lazio si è spinta troppo in avanti. Applicando lo stesso principio, d’altronde, si potrebbero contabilizzare in bilancio come entrate “preventive” anche i diritti tv maturati per la stagione successiva, una volta che la squadra sia sicura di non retrocedere in B e quindi di poter iscriversi anche per il campionato successivo alla Serie A. In questo modo, tra le altre cose, si risparmierebbero i costi di attivazione delle operazioni di factoring attraverso le quali gran parte delle società si procurano liquidità, “anticipando” e scontando in banca i futuri guadagni dei diritti tv nazionali.
Intanto, nel primo trimestre della stagione 2015/16, si è chiuso con una perdita di 4,8 milioni (contro un rosso di 5,4 milioni dello stesso trimestre della stagione precedente). Il fatturato si attesta a 21 milioni, con un incremento di 1,3 milioni rispetto al medesimo periodo della stagione precedente. Nel dettaglio i ricavi da gare valgono 1,5 milioni, i diritti tv 15,3 milioni, sponsorizzazioni, pubblicità, royalties 2,8 milioni. I costi sono pari a 27 milioni, di cui 14 per il personale e 4 per gli ammortamenti. I debiti, al netto dell’esposizione finanziaria, sono pari a123,3 milioni (depurando il residuo della transazione tributaria i debiti sono pari a 71,2 milioni). La situazione finanziaria al 30 settembre 2015 risulta negativa per 21,7 milioni.