Aumenta la violenza negli stadi italiani, in particolare nelle serie minori, diminuiscono le situazioni critiche nelle zone esterne agli impianti. Seicento gli arbitri aggrediti, di cui 181 costretti a ricorrere alle cure in ospedale. Diminuisce il numero dei club di tifosi e l’estrema destra continua a comandare nelle curve. Ecco in sintesi quanto emerge dal rapporto annuale dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive pubblicato ieri.
Salgono i feriti e gli scontri in Serie B e Lega Pro. La stagione 2014-2015 fa registrare un incremento del 4,5% degli incontri con feriti, ma ben più ampia risulta la percentuale relativa ai soli campionati professionistici (serie A, B e Lega Pro), con un aumento del 22%. Rispetto alla stagione precedente si è riscontrato un netto miglioramento in serie A (-17,9 % di incontri con feriti) e un significativo peggioramento della situazione in serie B (+84,6%) e Lega Pro (+128,5%). Indicazioni contrastanti si rilevano dall’analisi dei dati relativi ai feriti tra i civili: in serie A, B e Lega Pro risultano aumentati del 18% (da 69 a 82), mentre nel complesso delle gare monitorate si segnala una diminuzione pari al 26,5% (da 142 a 125). Invariato il numero dei feriti tra le forze dell’ordine nelle gare professionistiche (62 unità), mentre l’indicatore è aumentato del 14% se riferito a tutti gli incontri (da 128 a 146). Un dato, questo, fortemente condizionato dal negativo andamento di una sola gara, Roma-Feyeenord della scorsa stagione di Europa League, che ha fatto registrare ben 39 feriti. In calo il numero dei feriti tra gli steward, sia considerando le sole gare di A, B e Lega Pro (-25,9%, da 27 a 20), sia se si contemplano tutte le altre gare dei tornei ove è previsto il loro impiego (-10%, da 40 a 36).
Violenze intorno agli stadi. Sul fronte delle attività di contrasto, mentre i denunciati risultano in calo sia complessivamente (-16,9%) che nelle sole serie professionistiche (-26,3%) gli arrestati sono in controtendenza nel quadro generale con un incremento del 53% (da 160 a 246). Il numero degli agenti delle forze dell’ordine impiegati per gli incontri di calcio è aumentato del 14,8% (da 185.686 a 213.166). Relativamente agli scontri, lo stadio, grazie alle misure organizzative introdotte, presenta il livello minimo di criticità. Infatti sono solo il 12% gli episodi che si registrano all’interno degli impianti mentre le adiacenze degli stessi rimangono il punto più delicato per la gestione dei servizi di ordine pubblico con il 68% degli episodi. Restano marginali gli scontri lungo le vie di trasporto (2% sia in ambito ferroviario che in ambito autostradale) mentre in ambito urbano, nelle vie che portano o defluiscono dallo stadio si sono registrati il 16% degli scontri. Sempre meno gli scontri durante le gare (5%) quando le tifoserie sono ben divise tra loro. Le fasi di afflusso, con il 55% degli scontri, e di deflusso, con il 40%, sono i momenti più critici.
Oltre 5mila Daspo. Nel 72% dei casi è ancora l’astio tra le tifoserie la causa principale degli scontri, seguita dalla conflittualità con le forze dell’ordine (23%). I 246 tifosi arrestati sono riconducibili a 58 tifoserie: tra queste emergono quelle del Feyenoord (35 arrestati), della Croazia (17) e della Dinamo Minsk (13) a conferma delle particolari criticità che in questa stagione sono state registrate negli incontri internazionali. Tra le squadre che militano nei campionati professionistici Juventus e Roma hanno il numero maggiore di tifosi arrestati (10). Per quanto concerne i 1.306 tifosi denunciati si segnalano le tifoserie di Bari (102 indagati), Brescia (98), Roma (59) e Napoli (50). La rilevazione statistica effettuata al 30 giugno 2015 evidenzia che, sull’intero territorio nazionale, risultano attivi 5040 Daspo, di cui 4848 in occasione di partite di calcio e 94 nel basket. Dal trend dei Daspo dell’ultimo triennio, il record delle più colpite spetta alla Juventus (93), seguita dal Napoli (72) e dalla Roma (64).
Curve politicizzate. Dall’ultimo censimento delle tifoserie è emerso che in Italia risultano attivi 382 club (a fronte dei 403 censiti nel campionato 2013-2014), composti da circa 39.600 supporter (a fronte dei 40.260 del precedente campionato). Tra questi club, secondo i dati della Digos, 151 (a fronte dei 155 del campionato 2013-2014) hanno manifestato un orientamento politico. In particolare, 40 gruppi risultano orientati su posizioni di estrema destra (erano 46 nel 2013-2014) e 21 su posizioni di estrema sinistra (20 nel 2013-2014). Nel campionato 2014-2015 si sono verificati 28 episodi di razzismo di cui 23 in cori, perlopiù nel noto verso scimmiesco (uh-uh) rivolto ai giocatori di colore (per i quali sono stati denunciati 11 tifosi). Seicento gli episodi di violenza a danno degli arbitri, dei quali 181 hanno richiesto il ricorso a cure sanitarie in particolare nei campionati dilettanti. La Sicilia detiene il primato negativo con 128 casi. Oltre il 30% degli arbitri aggrediti hanno fatto ricorso alle cure mediche. Più dell’82% delle violenze subite sono `fisiche gravi´. Di queste, 60 sono state consumate ai danni di ragazzi di 16-17 anni e 15 hanno riscontrato da 2 a 30 giorni di malattia. I calciatori incidono con il 69% sul totale delle violenze ed i dirigenti con il 24%.