La Lega di Serie A trova l’accordo dopo mesi di riunioni e trattative sui criteri di ripartizione dei diritti televisivi per la stagione 2015-2016. Votano contro solo Chievo e Palermo. Il tema centrale delle dispute tra big e squadre medio-piccole era sulla scelta delle modalità per distribuire il surplus di circa 120 milioni ottenuto con il nuovo contratto. Alla fine si è trovata una soluzione ponte che accontenta la stragrande maggioranza dei club. Alle società più piccole è stato concesso il raddoppio del cosiddetto “paracadute” per le retrocesse in B. Si passa dai 30 milioni delle ultime stagioni a 60 milioni, che verranno suddivisi in base al numero di stagioni di permanenza in A: 25 per chi ha fatto 3 anni su 4 nella massima serie; 15 per chi ha fatto 2 anni su 3 e 10 per chi ne ha disputati 1 su 3 (ad esempio, Carpi e Frosinone). Se poi ci dovessero essere tre squadre ad averne disputate 3 su 4 il tetto massimo rimarrebbe comunque a 60 milioni: in quel caso di milioni ne andrebbero 20 milioni a testa.
“C’è una delibera di ripartizione per la stagione in corso che distribuisce in maniera equilibrata le risorse incrementali che vengono dai nuovi contratti. C’è una novità molto significativa: è raddoppiata la disponibilità massima del paracadute fino ad un potenziale di 60 milioni di euro. Poi ci sono dei coefficienti che valgono dalla prima alla decima in classifica, poi un’altra parte dalla undicesima alla diciassettesima”, ha spiegato il presidente della Serie A Maurizio Beretta al termine dell’assemblea. In pratica, i contratti tv per il ciclo 2015-18 assicurano un incasso annuo di 1,2 miliardi. Al netto di mutualità, commissioni a Infront e i 60 milioni del paracadute, ne restano 926. Ecco come verranno suddivisi. Fino a 809 milioni per questa stagione si applicheranno i criteri già in essere: 40% in parti uguali, 30% in base ai risultati (con una forte incidenza dello storico) e 30% secondo in base ai bacini d’utenza. I residui 117 milioni di ricavi incrementali saranno suddivisi in questo modo: il 40% (47 milioni) in parti uguali come prescrive la legge Melandri, e il 60% alle prime dieci escluso il milione a testa che andrà dall’undicesima alla diciassettesima classificata. Chi terminerà la stagione nella parte sinistra della graduatoria si spartirà 63 milioni: le prime tre riceveranno a testa un premio di una decina di milioni. Rimane invariato il contributo per chi partecipa all’Europa League: 375mila euro a club che verranno pagati in parti uguali da tutti gli altri. Da quest’anno l’Uefa destina un contributo alla Lega da proventi Champions: 800mila euro, suddivisi in parti uguali tra i club che non giocano la coppa.