Il dibattito sulla denominazione dello stadio “Friuli” di Udine resta vivo e potrebbe essere giunto ad una soluzione. Quella che l’avvocato Giuseppe Campeis ha di fatto fornito all’Udinese nella querelle col Comune di Udine: se da un lato la denominazione “stadio Friuli” non è modificabile, dall’altro non esiste secondo la legge alcun obbligo di immodificabilità delle insegne distintive dell’impianto. Se quindi sul piano della toponomastica lo stadio resta col nome originale di “stadio Friuli”, sul piano commerciale si può reclamizzare un evento (sportivo, in questo caso) utilizzando il marchio dello sponsor. In via del tutto ufficiale, dunque, lo stadio di Udine non assumerà il nome di “Dacia Arena”, ma può comunque esporre un qualsivoglia segno distintivo dello sponsor, col quale l’Udinese ha già raggiunto un accordo.
Lo stadio Friuli, impianto di cui l’Udinese è proprietaria superficiaria per 99 anni, non può cambiare nome per legge. L’articolo 5 della delibera comunale in data 3 marzo 1978, infatti, vieta espressamente la possibilità di “mutare la denominazione dello stadio Friuli”. Questo divieto, però, non può essere esteso ad eventuali affissioni “pubblicitarie”. Ed è questo l’escamotage che potrebbe essere utilizzato per far campeggiare il marchio Dacia nello stadio friulano. Il Comune, intanto, ha respinto l’istanza dell’Udinese per la collocazione di due insegne recanti la scritta “Dacia Arena”, in quanto “non possono essere considerate quali insegne di esercizio dell’attività svolta nell’impianto, ossia l’attività calcistica ufficiale dell’Udinese”, ma anche perché sovradimensionate. Per il club bianconero, ad oggi, resta viva l’ipotesi di un ricorso al Tar.