Meno 89,3 milioni. È questo il risultato del bilancio consolidato del Milan al 31 dicembre 2015. L’assenza dalla Champions si fa sentire con una perdita netta analoga a quella dello scorso anno (-91,2 milioni) e un fatturato che cala. Paradossalmente il rosso del 2014 era migliore in quanto appesantito da una ventina di milioni di elementi “straordinari” (come gli effetti della fine del consolidato fiscale con la proprietà Fininvest) che nel 2015 non appaiono.
Il giro d’affari del club rossonero scende nel 2015 a 221 milioni rispetto ai 233 milioni del 2014 e soprattutto ai 276 milioni dell’ultima stagione con la Champions (2011/12). Dal punto di vista dei ricavi, il botteghino ha visto un’erosione di 9 milioni (da 25 a 16). Le non brillanti prestazioni del team hanno determinato una riduzione media di 10mila spettatori a match, da 41.261 (19.504 abbonati e 22.117 paganti) a 31.876 (19.527 abbonati e 12.349 paganti). Se i diritti tv nazionali calano da 89,8 a 84 milioni, i proventi da sponsorizzazioni passano da 60 a 64 milioni. In particolare, il contratto con Adidas ha assicurato 18,6 milioni (l’accordo è stato rinnovato nel 2015 per altre quattro stagioni con una base di 14 milioni annui e 6 di bonus) e quello con il jersey sponsor Emirates 12,8 milioni. A questi vanno aggiunti i 18 milioni incassati alla voce pubblicità e royalties che con 82 milioni fanno del Milan il primo club tricolore per ricavi commerciali.
Purtroppo per il Milan nel 2015 sono saliti del 4% anche i costi complessivi (304 milioni). A pesare maggiormente sono i costi per il personale che hanno toccato quota 163 milioni, 9 in più rispetto ai 154 del 2014. Nel dettaglio, il club rossonero ha speso 144,5 milioni per il personale tesserato, di cui 126,6 (116 nel 2014) come compensi contrattuali per i calciatori e 10 per gli allenatori. Tra gli altri costi, da segnalare i 2,3 milioni per il contratto di locazione di Casa Milan e gli 11 milioni in “Accantonamenti per rischi”, che si riferiscono «allo stanziamento di oneri futuri relativi a personale tecnico “esonerato” ma ancora alle dipendenze della società».
Il mercato dell’estate 2015 è stato decisamente costoso: «La campagna trasferimenti “estiva” 2015/2016 ha comportato un bilancio negativo pari a 115,6 milioni di euro, con investimenti per 122,6 milioni e cessioni per 7 milioni di euro». Tanto che i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono aumentati da 72,1 milioni nel 2014 a 139,4 nel 2015. A fronte di ciò le plusvalenze sono state di appena 1,2 milioni di per la cessione del 50% di Saponara all’Empoli. I presiti hanno garantito 2,5 milioni (di cui 2 dal prestito di El Shaarawy al Monaco).
La posizione finanziaria netta del gruppo Milan è di 188,5 milioni, in miglioramento rispetto ai 246,8 del 2014. I debiti sono complessivamente 336 milioni, di cui 53 verso le banche (erano 141 nel 2014) e 136 verso altri finanziatori (in maggior parte per factoring sui diritti tv e sugli accordi commerciali), a fronte di crediti per 130,7 milioni. Il Gruppo Milan ha attualmente un patrimonio netto negativo per 33,3 milioni. La Fininvest nel corso del 2015 ha effettuato versamenti in conto capitale per 150 milioni (oltre ad aver aperto una linea di credito per altri 70 milioni), con un ulteriore versamento di 10 milioni già effettuato nel 2016.