La Juventus chiude i primi nove mesi dell’esercizio 2015/16 con un utile di 36,1 milioni, risultato tornato positivo rispetto alla perdita di 5,8 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente. “Tale variazione – spiega la società (nella foto il Cda “campione d’Italia”) – deriva principalmente dai maggiori proventi della gestione calciatori, pari a 25,5 milioni, e dal generale aumento dei ricavi ricorrenti per 41,9 milioni, di cui 9,7 milioni per l’attività di vendita di prodotti e licenze, a cui si aggiungono ricavi netti non ricorrenti per 8,9 milioni”. Il conto economico bianconero evidenzia un giro d’affari di 304,5 milioni (+28% sui primi nove mesi dell’esercizio precedente). I ricavi da gare ammontano a 34 milioni (6 da match Champions), i diritti tv nazionali hanno fruttato 85 milioni e quelli Uefa 70 milioni. In entrambi i casi si fanno sentire i nuovi contratti tv che hanno garantito al club di incassare 21,6 milioni in più rispetto all’anno scorso (8 milioni in Serie A, 13,6 per il merket pool europeo). La gestione diretta del merchandising, voluta dalla società del presidente Andrea Agnelli in questa stagione, ha prodotto in nove mesi entrate per 9,6 milioni. I ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità sono stati pari a 51 milioni (+12 milioni). Ci sono poi 40 milioni di introiti derivanti dall’area sportiva (+25 milioni rispetto all’esercizio 2014/15) assicurati da 33,9 milioni di plusvalenze e da 5,2 milioni per i prestiti (3,5 milioni per Coman al Bayern Monaco, 1,4 milioni per Cerri e Tello al Cagliari).
I problemi per i conti juventini nascono dal fatto che contestualmente all’incremento dei ricavi si è registrato dal luglio 2015 al marzo 2016 un aumento dei costi del 15,9%. I costi operativi ammontano a 211 milioni. Gli ingaggi dei calciatori e allenatori sono saliti da 123,5 a 142 milioni, e gli ammortamenti dei cartellini a 49 milioni (+6,8 milioni) per via della campagna trasferimenti 2015/16 in cui la società ha comunque destinato «significative risorse per assicurare un adeguato ricambio tecnico e generazionale della rosa della prima squadra e trattenere i talenti già in organico». La proiezione di questi numeri induce la società a prevedere l’esercizio annuale in perdita perché sarà “influenzato da incrementi dei costi relativi la gestione sportiva, anche per effetto dei risultati sportivi conseguiti”.
Infine, al 31 marzo 2016 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 184 milioni, in leggero calo rispetto ai 188,9 milioni al 30 giugno 2015.