In un mondo dell’entertainment sempre più competitivo e complesso, le aziende hanno il difficile compito di massimizzare i propri ricavi. Il discorso riguarda da vicino le squadre di calcio, soprattutto italiane, che troppo spesso si trovano costrette a gestire situazioni di grandi quantità di biglietti invenduti e stadi deserti. Al fine di aumentare il valore degli eventi sportivi e di permettere ai club di incrementare i ricavi da match-day, sta prendendo vita anche in Italia una nuova forma di ticketing, il “dynamic pricing”, che permette di calcolare il prezzo ottimale del biglietto sulla base della domanda di mercato e di altre variabili che incidono sulle richieste dei biglietti, come per esempio il meteo, le squadre in campo, l’orario e la stagionalità dell’evento. Si tratterebbe di un’importante innovazione che permetterebbe di aumentare il numero degli spettatori presenti negli stadi (quelli italiani hanno in media una percentuale di riempimento inferiore al 50%) e fidelizzare il pubblico.
A proporre questo progetto nella Penisola è, ad esempio, una start-up ACDQ Srl che sta lanciando il “Dynamic Tick”, una piattaforma in grado di fornire il giusto prezzo, al momento giusto, per ogni singolo biglietto in vendita. Un modello già presente nel settore delle compagnie aree fin dagli anni ’80 e che può essere applicato anche al settore dell’entertainment. Sono infatti numerose le analogie fra i settori: gli eventi si possono vendere in anticipo, lo stadio ha un numero di posti definito, una volta che l’evento è iniziato i posti invenduti sono persi. Primi esperimenti nel mondo dello sport sono stati fatti nel football americano, nei campionati NFL, NCAA, e dai S. Francisco Giants, squadra di baseball militante nella MLB. I risultati sono stati più che positivi, come testimonia il fatto che nessun club che ha scelto il Dynamic Ticket Pricing è mai tornato ad un pricing tradizionale. Esito positivo hanno avuto anche gli esperimenti effettuati nei cinema e nei parchi di divertimento, che registrano aumenti del valore medio dei biglietti e diminuzione delle code.
Il problema degli stadi vuoti, che riducono anche l’appeal del prodotto calcio per le tv, è talmente sentito che in Spagna, a parte le eccezioni come Barcellona e Real Madri, la Lfp (Liga de Fútbol Profesional) sta valutando la possibilità di multare le società che non riempiono i propri impianti. Secondo la norma al vaglio della Liga uno stadio dovrà essere occupato per il 75% della sua capienza altrimenti scatterebbe la sanzione che potrebbe essere raddoppiata nel caso in cui ci siano meno del 50% degli spettatori rispetto alla capienza totale.