La maggioranza Pd si muove alla Camera per modificare la legge Melandri (decreto legislativo 9 del 2008) affidando alla Figc la gestione del 10% dei diritti tv (circa 110 milioni) derivanti dalla cessione collettiva (1,2 miliardi a stagione per il triennio 2015/18). La modifica è contenuta in un emendamento (primo firmatario Fanucci del Pd) approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze al cosiddetto decreto fiscale. Il testo dovrà ora passare al vaglio dell’Aula (per poi andare al Senato per la seconda lettura). In sostanza viene abolita la “Fondazione per la mutualità generale degli sport professionistici a squadre” (articolo 23 del Decreto Melandri), ovvero del soggetto a cui nella precedente formulazione viene destinato almeno il 4% del valore complessivo dei diritti televisivi. La Fondazione, sostanzialmente, fungeva da tramite per il finanziamento di progetti proposti da vari soggetti (federazioni sportive, società, leghe, organizzazioni sportive) relativi alle tematiche descritte nel decreto Melandri (e in particolare: sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche). La Fondazione attualmente opera attraverso le direttive di un CdA composto da rappresentanti delle principali organizzazione sportive (tra cui CONI, FIGC e Lega Serie A).
Oltre all’eliminazione della Fondazione, l’emendamento specifica i nuovi criteri della “mutualità” del sistema. Il 10% del valore complessivo dei contratti per i diritti audiovisivi della Serie A viene destinato a programmi di sviluppo dei settori giovanili delle società, formazione e utilizzo di calciatori convocabili per le nazionali giovanili italiane maschili e femminili, sostengo degli investimenti per gli impianti sportivi per lo sviluppo dei Centri Federali Territoriali (programma strategico lanciato dalla FIGC nel 2015, e finalizzato all’apertura nei prossimi anni di 200 centri territoriali giovanili gestiti direttamente dalla Federcalcio) e delle attività giovanili della FIGC. La Federcalcio italiana rappresenterà il soggetto a cui verrà veicolato il 10% di mutualità, e si occuperà (determinando criteri, modalità di erogazione e rendicontazione dei contributi) della suddivisione di tali proventi tra i diversi stakeholder: il 6% verrà destinato alla Lega Serie B, il 2% alla Lega Pro, l’1% alla Lega nazionale Dilettanti, mentre il rimanente 1% rimarrà a disposizione della FIGC stessa, che si impegna a presentare annualmente (entro il 31 gennaio) una relazione sull’attività svolta.
Il decreto Melandri prevede che la Lega serie A, per valorizzare e incentivare l’attività delle categorie professionistiche di calcio inferiori, deve destinare una quota annua non inferiore al 6% del totale delle risorse assicurate dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi del campionato di serie A, alle società sportive delle categorie professionistiche inferiori.
Differentemente da quanto ipotizzato negli scorsi mesi non vengono modificati i criteri di ripartizione delle risorse tra i club partecipanti al campionato di Serie A (vengono infatti mantenuti intatti i criteri riportati negli articoli 25 e 25 del Decreto Meladri: una quota del 40% in parti uguali tra tutti i soggetti partecipanti al campionato di serie A, una quota del 30% sulla base dei risultati sportivi conseguiti e una quota del 30% secondo il bacino di utenza).