Il Campidoglio ha chiesto un mese di sospensione dei lavori alla Conferenza dei servizi riunita in Regione Lazio. La richiesta è arrivata ieri sera, come riferito dall’Ansa, alla vigilia di una seduta che doveva essere decisiva. Perché a metà gennaio, alla riunione precedente, la Regione era stata perentoria: entro fine mese il Comune di Roma avrebbe dovuto produrre un atto urbanistico formale, la delibera sulla variante con la conformità al pubblico interesse altrimenti la Conferenza avrebbe chiuso di fatto i suoi lavori. Nulla di simile è arrivato dall’Assemblea capitolina. Dunque, si prende tempo: un mese, questa la richiesta che la Conferenza dovrà collegialmente approvare, per provare a trovare una sintesi politica all’interno di un M5S non certo compatto, e forse anche per scavallare la fase più calda delle vicende giudiziarie che hanno di recente coinvolto la sindaca Virginia Raggi. Il punto è però squisitamente nel merito del progetto, che oltre alla struttura sportiva prevede la realizzazione tra l’altro di tre grattacieli per uffici: da una parte c’è la linea dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini (“sì solo allo stadio” il suo pensiero), dall’altra quella tesa a trovare un compromesso, in particolare un taglio alle cubature delle Torri e il no a un nuovo ponte sul Tevere e alla diramazione della Metro B. Un’ala dialogante, quindi, a cui è ascrivibile anche la stessa Raggi, che solo qualche settimana fa aveva incontrato i proponenti del progetto, cioè il costruttore Parnasi e la As Roma. E poi c’è il Tavolo urbanistico del M5s Roma, per cui è illegittimo perfino l’atto con cui la vecchia giunta Marino certificò il pubblico interesse dello Stadio. Il Pd, su queste divergenze, oggi punta il dito: “La richiesta del Campidoglio – afferma il consigliere capitolino Marco Palumbo – non è che un modo malcelato di nascondere le forti divisioni all’interno del M5s. Si prende tempo in attesa che si plachino le guerre intestine tra i grillini in contraddizione con il loro programma elettorale. Il rischio è che alla fine non si farà nulla per incapacità di decidere”. Lo scorso 13 gennaio, all’indomani dell’aut aut regionale, era anche stata annunciata la creazione di un tavolo tra il Campidoglio e i proponenti. Ma solo qualche giorno fa questo tavolo non si era ancora neanche mai riunito. Oggi la Conferenza dei servizi non dovrebbe avere difficoltà a concedere la sospensiva, ma tra trenta giorni il Campidoglio sarà di nuovo chiamato a decedere. In caso contrario la Roma e Parnasi potrebbero chiedere al Governo di esercitare poteri sostitutivi, e rivalersi economicamente sul Comune, come prevede la legge sugli stadi del 2014.