Hacienda e calcio spagnolo, nuovo round. Nonostante una riduzione del debito complessivo a 420 milioni di euro a fine 2016 (col progetto di azzerarlo del tutto nel 2020), l’ultima settimana ha visto protagonisti tre club per tre casi differenti di ricorsi respinti in merito ai contenziosi col fisco iberico.
La Corte Suprema ha respinto il ricorso presentato in appello dallo Sporting Gijon in merito al rifiuto di Hacienda di accettare il pagamento del debito risalente al 2013. La proposta del club spagnolo sarebbe stata quella di saldare una cifra pari a 4,5 milioni di euro con delle opere d’arte, tra cui una scultura di Salvador Dalì (“Dios solar emergiendo de las aguas de Okinawa”). Proposta rigettata dal fisco spagnolo e adesso anche dalla Corte Suprema, dopo che lo Sporting Gijon aveva ottenuto l’ennesimo rifiuto dal Tribunal Economico-Administrativo Central presso il quale aveva aperto un contenzioso con Haciendo il 30 ottobre 2014. Per la Corte Suprema, Hacienda “non può essere costretta ad accettare” un pagamento di questo tipo.
Le lunghe diatribe con Hacienda hanno bloccato anche i progetti del Deportivo La Coruna. Il club galiziano ha annunciato di aver fermato le operazioni che avrebbero portato all’apertura del museo del club. Anche in questo caso, è stata necessaria una sentenza della Corte Suprema, secondo la quale non possono essere applicati sconti ad un debito tributario da 21,8 milioni. Il Depor sperava nella riduzione del 33% dell’importo da versare entro le scadenze concordate nel marzo 2014, quando le parti trovarono un accordo per il pagamento rateizzato del debito.
L’ultimo club ad aver visto respinto il proprio ricorso alla Corte Suprema contro Hacienda è il Real Valladolid, club militante nella seconda serie spagnola. La sentenza prevede il pagamento di un supplemento da oltre due milioni di euro per debiti precedenti non saldati. Il club castigliano è uno dei maggiori debitori: insieme ad Atletico Madrid, Espanyol, Elche, Maiorca e Zaragoza, fa parte delle società che devono ad Hacienda il 70% del debito totale.