Zamparini, la Finanza e il caso Mepal: nuovi sviluppi nella telenovela Palermo

La tranquillità nel Palermo continua a non arrivare. Conclusasi malamente la trattativa per la cessione del pacchetto azionario a Paul Baccaglini, adesso il club rosanero deve fronteggiare le indagini della Procura con tanto di perquisizione in sede e nell’abitazione di Maurizio Zamparini. Sedici ore a perlustrare gli uffici societari mentre in contemporanea gli uomini della Finanza si presentavano a casa Zamparini: appropriazione indebita, riciclaggio, impiego di proventi di provenienza illecita, auto riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla trans nazionalità i reati ipotizzati per il patron del Palermo e altri indagati, come riportato in una nota del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, con la quale si esclude inoltre la trattativa con Baccaglini come oggetto delle indagini. La Finanza, però, ha preso possesso dei contratti siglati con il fondo Integritas Capital per il passaggio delle quote (mai avvenuto), oltre alla documentazione relativa a Mepal. Si tratta dell’azienda ceduta nel giugno 2016 per 40 milioni di euro ad una controllata di una holding lussemburghese di Zamparini (Alyssa SA, ndr), un’operazione finanziaria che permise al Palermo di chiudere il proprio bilancio in pareggio. Adesso le Fiamme Gialle intendono far luce sulla vicenda, mentre il proprietario del club annuncia di voler riaprire la porta a Frank Cascio per l’ingresso in società con una quota di minoranza. Lo stesso Cascio, un anno fa, tentò di acquisire l’intero pacchetto azionario finanziato dalla IronClad di Bradley Rangell e dal fondo Integritas Capital, con Baccaglini dietro. Zamparini, avvalendosi di Banca Intesa come advisor, giudicò inadeguata la lettera d’intenti dell’italo-americano. Oggi invece è pronto ad accoglierlo nuovamente con un’altra cordata.