L’exploit in campo europeo della passata stagione vale un notevole balzo in avanti per i ricavi della Roma, ma non basta per chiudere i conti in attivo. Anzi, la perdita consolidata è di 25,7 milioni, in calo rispetto al -42 milioni di un anno fa. Dal progetto del bilancio al 30 giugno 2018, che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti giorno 26 ottobre, si evince un aumento nei ricavi operativi dai 175 a 250,9 milioni di euro. Complessivamente, tenendo conto della gestione operativa dei calciatori, si supera la soglia dei trecento milioni, con ricavi per 320,4 milioni di euro.
Il cammino fino alle semifinali di Champions League ha chiaramente contribuito, ma anche il mercato in uscita. Sebbene le plusvalenze nel 2017 siano state maggiori (95,2 milioni contro i 63,5 milioni dell’ultimo esercizio), i proventi da cessione di calciatori sono la terza principale voce dei ricavi giallorossi, alle spalle dei diritti televisivi (che hanno portato in cassa 128,6 milioni, quasi 23 in più rispetto all’anno prima) e ai ricavi da gare (più che raddoppiati nel giro di un anno, da 35,3 a 77,2 milioni). Balzo in avanti anche per le sponsorizzazioni, che portano al club 11,8 milioni di euro (grazie anche all’accordo siglato ad aprile con Qatar Airways, per una somma iniziale pari a 6 milioni per i primi tre mesi di contratto).
All’aumento quasi generalizzato dei ricavi, fa da contraltare un aumento dei costi per oltre 20 milioni di euro, pari a 230 milioni. Gravano maggiormente le spese per il personale, che al 2017 chiamavano 145 milioni dalle casse romaniste e che al 30 giugno 2018 pesano per 158,8 milioni di euro. Seppur di poco, aumentano anche gli ammortamenti (da 55 a 57,8 milioni di euro).